Trionfa il centrodestra trainato dalla Lega, delude il M5S mentre il centrosinistra, pur perdendo la guida della Regione, risale nei consensi rispetto alla sconfitta delle politiche del 4 marzo. Sono questi, stando alle prime proiezioni, i tre verdetti del voto in Abruzzo, primo test elettorale per il governo gialloverde.


Secondo le prime proiezioni il centrodestra dovrebbe sfiorare quota 50 per cento (i primi dati Swg su un campione del 7% dei votanti lo danno al 48,9%). Marco Marsilio - candidato da Fratelli d’Italia, in coalizione con Lega e Forza d’Italia - è così il nuovo governatore della Regione. A sorprendere è l’exploit della Lega che diventa il partito più votato col 27,3% e raddoppia i consensi ottenuti nella regione alle politiche dell’anno scorso (13,9%).

Delude, invece, il M5S. La candidata Sara Marcozzi pochi mesi fa era stata indicata come la persona giusta per mettere la bandierina grillina su una Regione, sarebbe stata la prima nella storia del Movimento. Ma le prime proiezioni di Swg per La7 lo danno al 21,2%. Un dato dimezzato rispetto al 40% sfiorato in Abruzzo alle politiche del 2018 e praticamente uguale a quello ottenuto alle regionali del 2014 (21,45). Un risultato che promette di alimentare i tanti nervosismi interni al Movimento, specie tra i dissidenti che vivono con disagio la convivenza di governo con la Lega e contestano la linea di Luigi Di Maio.

Il centrosinistra perde la guida della Regione. Ma con il candidato Giovanni Legnini dà un segnale di vitalità. Le prime proiezioni mostrano un rimbalzo rispetto la debacle del 4 marzo: il risultato sarebbe vicino al 30% (28,7% per la prima proiezione Swg). Consensi alimentati dalle 7 liste civiche a sostegno del Pd e dai loro 233 candidati al Consiglio regionale e che attesterebbero un distacco importante dal M5S.

Ultimo il candidato di Casapound, Stefano Flajani con l’ 1,2 per cento.

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L’affluenza è in calo. Secondo dati non definitivi, relativi a 293 comuni su 305, i votanti sono stati il 52,9 degli aventi diritto, quasi otto punti percentuali in meno rispetto al voto precedente.

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