Il presidente della Repubblica riceve il presidente di Casagit al Quirinale: "Libertà di stampa fondamentale per democrazia"

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceve al Quirinale il presidente di Casagit (ente previdenziale dei giornalisti, ndr) Gianfranco Giuliani, e ribadisce l’importanza della libertà di stampa nel nostro assetto costituzionale. “La libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia. Che vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti“, ha affermato il capo dello Stato. “Ma è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo”, ha aggiunto. “Ed è in realtà un ruolo indispensabile che sta a cuore alle istituzioni, chiamate a tutelarla ciascuno nelle proprie competenze e nei propri ambiti e, naturalmente, nelle proprie responsabilità”.

“Promulgare leggi è mio dovere”

Il presidente della Repubblica si è poi rivolto alla platea dei giornalisti appartenenti alla Casagit facendo delle precisazioni sul proprio ruolo nel promulgare le leggi, dopo i vari appelli negli anni ai capi dello Stato per non firmare determinati provvedimenti. “Vorrei cogliere l’occasione, approfittando e rivolgendomi ai tanti presenti che, oltre a occuparsi di Casagit, sono anche nella veste insopprimibile di giornalisti e quindi tramite tra istituzioni e i nostri concittadini. Tramite informativo, per far notare che frequentemente il Presidente della Repubblica viene invocato con difformi, con diverse motivazioni“, ha detto. C’è chi gli si rivolge chiedendo con veemenza: ‘il Presidente della Repubblica non firmi questa legge perché non può condividerla, perché gravemente sbagliata’, oppure: ‘il Presidente della Repubblica ha firmato quella legge e quindi l‘ha condivisa, l’ha approvata, l’ha fatta propria’ – aggiunge – Il Presidente della Repubblica non firma le leggi, ne firma la promulgazione, che è una cosa ben diversa. È quell’atto indispensabile per la pubblicazione ed entrata in vigore delle leggi, con cui il Presidente della Repubblica attesta che le Camere hanno entrambe approvato una nuova legge, nel medesimo testo, e che questo testo non presenta profili di evidente incostituzionalità. Se andasse al di là di questo limite che gli assegna la Costituzione e dicesse, per esempio: ‘non promulgo questa legge perché c’è forse qualche dubbio di costituzionalità che potrebbe racchiudere e raffigurarvisi’, si arrogherebbe indebitamente il compito che è rimesso alla Corte costituzionale. O, se addirittura dicesse: ‘non firmo questa legge perché non la condivido, perché, a mio avviso è sbagliata’, farebbe ben altro, andrebbe al di là di qualunque limite posto dalla Costituzione nel rapporto tra i poteri dello Stato e tra gli organi costituzionali. Quando il Presidente della Repubblica promulga una legge, non fa propria la legge, non la condivide, fa semplicemente il suo dovere, che è quello che ho descritto”, ha aggiunto Mattarella. 

“Fortunatamente presidente non è un sovrano”

“Qualche volta ho come l’impressione che qualcuno pensi ancora allo Statuto Albertino in cui, come è noto, veniva affidata la funzione legislativa congiuntamente alle due Camere e al re. Quando le Camere approvavano la legge, il re prima di promulgarle doveva apporre la sua sanzione, cioè la sua condivisione nel merito, perché aveva anche attribuito il potere legislativo”, ha affermato ancora. “Il Presidente della Repubblica non è un sovrano, fortunatamente, e quindi non ha questo potere. Ha soltanto quello che ho descritto. Anzi nei suoi compiti c’è, tra quelli fondamentali, quello di fare in modo che ciascuno rispetti la Costituzione. A partire da sé stesso, naturalmente, e che ciascuno la rispetti nel colloquio e nel confronto tra gli organi costituzionali. Sarebbe grave se uno di questi, e tra questi anche il Presidente della Repubblica, pretendesse di attribuirsi compiti che la Costituzione assegna ad altri poteri dello Stato. E questo è una indicazione di democrazia che si inserisce in quell’armonico disegno che la nostra Costituzione indica e presenta in maniera sinceramente ammirevole per coloro che la scrissero, che ebbero la forza – in condizioni difficili e anche dialetticamente molto accese – di definirla e approvarla. Anche questo rientra nella libertà, nel rispetto della libertà di tutti coloro a cui la Costituzione assegna un compito, che nessun altro può sottrarre per farlo proprio”, ha aggiunto. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata