Il Carroccio sul ricercatore egiziano: "Posizioni inaccettabili"

“Hanno suscitato vivaci polemiche e profonda indignazione le parole di Patrick Zaki verso il Governo di Israele all’indomani del brutale attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas e dell’uccisione a sangue freddo di centinaia di giovanissimi israeliani durante un rave party, ma anche di anziani, donne e bambini inermi che si trovavano nelle loro case nei kibbutz vicino a Gaza. Anziché esprimere sdegno e condanna verso Hamas per i gravissimi atti criminali perpetrati ai danni del popolo israeliano o per il rapimento di centinaia di civili israeliani, anche bambini, da usare come ‘merce di scambio’ o ‘scudi umani’, Patrick Zaki definiva, invece, un ‘serial killer’ il Premier Netanyahu. Gravi dichiarazioni come quella riportata, benché seguita da precisazioni e correttivi, a parere dell’interrogante possono rappresentare un inno alla violenza e fomentare eventuali cellule terroristiche dormienti in Italia”. Così il deputato leghista e segretario federale della Lega Giovani, Luca Toccalini, in un’interrogazione rivolta alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, in cui si chiede “quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di garantire la sicurezza nazionale e prevenire e contrastare il rischio di una attivazione di cellule terroristiche”.

“Per le inaccettabili posizioni assunte, nei giorni successivi molti sono stati gli incontri pubblici a cui Zaki era stato invitato ma che sono stati disdetti dagli stessi organizzatori: prima alla trasmissione televisiva ‘Che tempo che fa’, poi all’Arsenale della pace di Torino, e infine alla giornata inaugurale del Festival della Pace di novembre a Brescia”, aggiunge Toccalini. Che poi specifica: “Dopo le polemiche scatenate dalle sue parole su Netanyahu, il ricercatore egiziano è tornato a parlare per chiarire meglio la sua posizione, precisando che non è filo Hamas, ma pro Palestina e contro il Governo di Israele”.

“La battaglia di Israele contro il terrorismo islamico deve essere una battaglia condivisa da chiunque senza alcuna esitazione, anche per l’elevato rischio di nuovi attentati terroristici, volti ad emulare Hamas, e che possono riguardare non solo il nostro Paese ma tutti, come segnalato anche dai servizi segreti di diversi Stati”, sottolinea ancora l’esponente leghista.

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