I dati pubblicati dal rapporto annuale Svimez: "Se tutto il piano è realizzato si può chiudere il gap con il Nord"

“La Svimez stima una crescita del Pil italiano del +1,1% nel 2023, con una crescita nel Mezzogiorno (+0,9%) di soli tre decimi di punto percentuale in meno rispetto al Centro-Nord (+1,2%). Dovrebbe confermarsi, quindi, la capacità dell’economia meridionale di tenere il passo con il resto del Paese anche nell’anno in corso, in un contesto di ‘normalizzazione’ della crescita nazionale dopo la ripartenza sostenuta del biennio scorso. Questa capacità potrebbe essere rafforzata, nel secondo semestre dell’anno, da un’efficace conclusione degli interventi relativi al periodo di programmazione 2014-2020 dei fondi europei della coesione”. I dati con le Anticipazioni del Rapporto Svimez 2023 sull’economia e la società del Mezzogiorno, sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa, presso la presidenza del consiglio, dal direttore della Svimez Luca Bianchi.

Alla presentazione sono intervenuti il ministro agli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto e il presidente della Svimez, Adriano Giannola. “Nel 2024 e nel 2025 – sostiene la Svimez – la crescita italiana dovrebbe attestarsi su valori rispettivamente del +1,4 e del +1,2%, con uno scarto di crescita sfavorevole al Mezzogiorno, ma dell’ordine di pochi decimi di punto. Un divario territoriale ben più contenuto di quello osservato nelle passate fasi di ripresa ciclica”. In corrispondenza del picco registrato nel 2022, la dinamica crescente dei prezzi al consumo si è mostrata più sostenuta nel Mezzogiorno (+8,7% rispetto al +7,9% del Centro-Nord). Per il prossimo triennio la Svimez prevede un sentiero di rientro verso valori prossimi al 2% nel 2025, ma ancora segnato da rincari relativamente maggiori al Sud.

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