Meglio di Francia e Germania. Sulla scia delle persistenti pressioni sui prezzi risale anche l'inflazione nell'Eurozona

Sulla scia delle persistenti pressioni sui prezzi core, l’inflazione è stata rivista al rialzo rispetto all’inverno, al 5,8% nel 2023 e al 2,8% nel 2024 nell’area dell’euro. È quanto emerge dalle previsioni economiche di primavera presentate oggi dalla Commissione europea. Dopo aver raggiunto il picco nel 2022, l’inflazione complessiva ha continuato a diminuire nel primo trimestre del 2023 in un contesto di forte decelerazione dei prezzi dell’energia. L’inflazione core (inflazione complessiva esclusi energia e alimenti non lavorati) si sta, tuttavia, rivelando più persistente – scrive l’Esecutivo comunitario -. A marzo ha raggiunto un massimo storico del 7,6%, ma si prevede che diminuirà gradualmente nell’orizzonte di previsione man mano che i margini di profitto assorbono le maggiori pressioni salariali e le condizioni di finanziamento si restringono. La stima dell’indice armonizzato flash dei prezzi al consumo di aprile per l’area dell’euro, pubblicata dopo la data limite di questa previsione, mostra un calo marginale nel tasso di inflazione core, il che suggerisce che potrebbe aver raggiunto il picco nel primo trimestre, come previsto. Su base annua, l’inflazione core nell’area dell’euro nel 2023 è fissata in media al 6,1%, prima di scendere al 3,2% nel 2024, rimanendo al di sopra dell’inflazione complessiva in entrambi gli anni di previsione. 

Poiché l’inflazione rimane elevata, le condizioni di finanziamento sono destinate a irrigidirsi ulteriormente. Anche se si prevede che la Bce e le altre banche centrali dell’Ue si avvicineranno alla fine del ciclo di rialzi dei tassi di interesse, è probabile che le recenti turbolenze nel settore finanziario aumenteranno la pressione sui costi e sulla facilità di accesso al credito, rallentando la crescita degli investimenti e colpendo particolare gli investimenti residenziali. 

L’inflazione è destinata a rallentare quest’anno sulla scia del calo dei prezzi dell’energia, dei prezzi di beni industriali, cibo ed eventualmente servizi. Questa tendenza al ribasso è prevista continuare oltre l’orizzonte di previsione. La proiezione dell’aumento salariale per il 2024 sostiene le previsioni di un’inflazione core più elevata”. 

Tassi cresceranno ancora, meno investimenti immobili 

Poiché l’inflazione rimane elevata, le condizioni di finanziamento sono destinate a irrigidirsi ulteriormente. Anche se si prevede che la Bce e le altre banche centrali dell’Ue si avvicineranno alla fine del ciclo di rialzi dei tassi di interesse, è probabile che le recenti turbolenze nel settore finanziario aumenteranno la pressione sui costi e sulla facilità di accesso al credito, rallentando la crescita degli investimenti e colpendo particolare gli investimenti residenziali

Pil, crescita Italia +1,2% nel 2023 e inflazione al 6,1%

La commissione europea vede la crescita italiana nel 2023 al 1,2%, sopra le stime de governo che la fissano al 1%. Per il 2024 la crescita del Pil viene fissata al 1,1%. Si tratta di una revisione al rialzo rispetto alle scorse previsioni d’inverno, che stimavano uno 0,8% nel 2023 e un 1% nel 2024. Il tasso di inflazione quest’anno è al 6,1%, in calo rispetto al 10,7% dello scorso anno, mentre il prossimo dovrebbe crollare al 2,9%, meno del 2,6% delle precedenti previsioni. Il tasso di disoccupazione dal 7,8% stimato per il 2023 dovrebbe ridursi leggermente, al 7,7% nel 2024. Il deficit dal 4,5% di quest’anno – in linea con le stime di via XX Settembre, dovrebbe scendere al 3,7% l’anno prossimo.

“Si prevede che la crescita del PIL reale rallenterà all’1,2% nel 2023 e all’1,1% nel 2024, poiché i prezzi più elevati frenano i consumi privati mentre gli investimenti, sostenuti dalle misure del governo, continuano a espandersi vigorosamente. Il tasso di inflazione dovrebbe moderarsi al 6,1% quest’anno, grazie al calo dei prezzi dell’energia energia prezzi e diminuire ulteriormente al 2,9% nel 2024. Si prevede che il disavanzo pubblico continui a diminuire, mentre il ritmo di riduzione del debito pubblico è destinato a rallentare“, scrive la commissione. 

Pil, Italia cresce più di Germania e Francia quest’anno

Quest’anno l’Italia crescerà di più di Francia e Germania: il Pil salirà dell’1,2% contro lo 0,2 della Germania e lo 0,7% della Francia. Per il prossimo anno invece le stime vedono una crescita dell’1,1 per l’Italia contro l’1,4% della Germania e la Francia. Per la Spagna il tasso di espansione è dell’1,9% nel 2023, ben al di sopra della media Ue, grazie all’attuazione del piano di ripresa e resilienza e a un mercato del lavoro molto forte – scrive la Commissione -. L’economia del Paese è destinata a espandersi ulteriormente, del 2%, nel 2024, trainata da consumi e investimenti. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata