venti di crisi

Hong Kong: Trump e Johnson insieme contro la Cina. Stop esenzioni commerciali per l’ex colonia

In arrivo sanzioni di tipo commerciale e finanziario contro Pechino da parte di Washington, in seguito al pugno duro cinese contro le proteste nell’ex colonia

Approvata a Pechino la "legge sulla sicurezza" a Hong Kong

2' di lettura

Donald Trump e il premier britannico Boris Johnson hanno concordato di cooperare strettamente rispondendo a qualsiasi azione della Cina che mini la dichiarazione comune sino-britannica su Hong Kong. Lo riferisce la Casa Bianca dopo una telefonata tra i due leader.

L’uscita dall’Oms

Nel corso del suo intervento di venerdì sera 29 maggio il presidente Usa ha annunciato l’uscita degli Usa dall’Oms (l’Organizzazione mondiale della sanità) con l’intenzione di destinare i fondi altrove. Inoltre, sul fronte del confronto con la Cina per la gestione della crisi di Hong Kong Trump ha annunciato l’intenzione di attuare misure nei confronti delle società cinesi quotate sui listini Usa.

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Via le esenzioni per Hong Kong

L'amministrazione Usa comincerà il processo per eliminare le esenzioni che conferiscono ad Hong Kong un trattamento speciale perchè con la stretta di Pechino l'ex colonia britannica «non è più autonoma» ha annunciato Trump ha intenzione di sanzionare i dirigenti di Hong Kong coinvolti nell'erosione della sua autonomia.
Gli Usa, inoltre, sospenderanno l'ingresso a certi cittadini cinesi identificati dagli Stati Uniti come possibile rischio per la sicurezza nazionale. Minacce anche per le società cinesi quotate in Usa: Trump annuncia di aver ordinato ad un gruppo di lavoro di studiare pratiche diverse per le compagnie del Dragone presenti nei mercati azionari statunitensi.

Nel corso della giornata dalla Casa Bianca era arrivata la conferma che il presidente Usa era intenzionato a colpire il settore finanziario cinese attraverso sanzioni e la politica commerciale in risposta alla stretta di Pechino su Hong Kong. A dirlo era Bloomberg citando fonti a conoscenza del dossier.
Nel primo pomeriggio l’attesa – e i timori – per la risposta del presidente Usa Donald Trump alla Cina sul caso Hong Kong e il rischio che questa potesse far salire ancora di più la temperatura tra le due superpotenze, hanno pesato sulle Borse. All’origine l’annuncio di Trump che nella giornata di giovedì di una conferenza in cui avrebbe parlato della Cina, dopo l’escalation della tensione a Hong Kong e l’approvazione della legge sulla sicurezza da parte di Pechino.

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