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Taiwan, la Cina continua le esercitazioni militari intorno all’isola

Cina: Nuove esercitazioni monito per provocatori. Ritorno alla normalità dei trasporti in 6 delle 7 zone intorno all’isola

Taiwan, la Cina continua le esercitazioni nello Stretto

3' di lettura

La Cina «conduce normali esercitazioni militari» intorno a Taiwan, che è «territorio cinese», e ha il diritto di operare nelle acque che «circondano il suo territorio». Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Wang Wenbin, sulle nuove manovre annunciate oggi dal Comando del teatro orientale della Pla. «Sono aperte, trasparenti e professionali. I dipartimenti competenti hanno anche emesso un annuncio tempestivo, in linea con il diritto interno, il diritto e la pratica internazionali: sono non solo un monito per i provocatori, ma anche una mossa legittima a tutela di sovranità nazionale e integrità territoriale».

Il ministero della Difesa riferisce di un totale di 13 navi e di 39 aerei dell’Esercito popolare di liberazione (Pla) rilevati «nella regione circostante» nel conteggio alle 17 locali (11 in Italia). I militari di Taipei «hanno monitorato la situazione e risposto a queste attività inviando aerei, navi militari e attivato i sistemi missilistici di terra». Tra i caccia, 21 (inclusi otto SU-30 e sei J-11) «hanno volato sulla parte est della linea mediana dello Stretto di Taiwan e nella zona di sudovest dello spazio aereo di difesa».

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Il presidente Usa, Joe Biden, è intervenuto sulla crisi, sostenendo di «non essere preoccupato» perché ritiene che non «faranno qualcosa di più». Nel frattempo le Borse asiatiche chiudono la seduta contrastate, non solo per l’attesa sui dati legati all’inflazione attesi in settimana, ma anche per le tensioni geopolitiche tra la guerra in Ucraina e le manovre militari cinesi intorno a Taiwan.

Le reazioni alla visita di Pelosi

Pechino aveva inizialmente indicato un periodo di manovre dal 4 al 7 agosto in risposta alla visita a Taipei della speaker americana Nancy Pelosi. Ieri, tuttavia, la Pla con ha rilasciato annunci sulla fine dei suoi war games, ma il ministero dei Trasporti di Taiwan aveva reso noto un ritorno alla normalità dei trasporti dopo che “l’interdizione al volo e alla navigazione” in sei delle 7 zone intorno all’isola era venuta meno da mezzogiorno. Il bando sulla settima zona, nelle acque a est, sarebbe rimasto in vigore fino alle 10 locali (4 in Italia) di lunedì 8 agosto. Ma il nuovo annuncio sembra rimescolare la carte e dare il via libera a esercitazioni di routine intorno all’isola.

«La Cina teme il nostro modello»

Il rappresentante di Taiwan in Italia, Andrea Sing-Ying Lee, in un’intervista al Corriere della Sera, parla dei timori di un attacco da parte di Pechino: «La gente ha continuato a vivere normalmente, i voli sono proseguiti e anche i trasporti marittimi: hanno fatto giusto qualche deviazione per evitare la zona. È la quarta crisi dello Stretto, questa volta però si è intensificata la pressione. La Cina - spiega - ha fatto questa esercitazione sostenendo che Nancy Pelosi ha oltrepassato la linea rossa, ma è una scusa: 25 anni fa è venuto lo speaker Newt Gingrich e non fecero niente. Ormai però è più forte, più robusta e può permettersi queste azioni coercitive. Pensano di aver ottenuto un risultato positivo e in futuro proveranno a ripeterlo, ma non possono fare niente di più: Taiwan è stata sempre ben difesa e la Cina sa che non è facile da attaccare. Noi non abbiamo fatto niente per contrastarli e continueremo su questa linea di equilibrio militare strategico. È la nostra migliore difesa, con la prudenza e la cautela. Dopo questa esperienza, tutti sanno che Taiwan è un Paese pacifico».

Le motivazioni della «riannessione»

La Cina vorrebbe riannettere Taiwan, sottolinea, «perché è una facile scusa per calmare i dissensi interni, per continuare a costruire un esercito forte e per mettere in guardia dall'esempio di Taiwan: non è cinese, ma è una società di cultura storica cinese che gode di democrazia, libertà, diritti umani ma anche tecnologia e sviluppo socioeconomico. È la loro negazione, un esempio di come sarebbe la Cina se fosse libera e democratica, e a Pechino ne hanno paura. E poi non hanno sovranità su Taiwan, la loro sarebbe un'annessione». La visita di Pelosi, spiega, «per noi è stata una normale visita di parlamentari di Paesi amici. Non dimostra che Taiwan è più indipendente, più libera, più sovrana. Per noi tutti sono amici, anche i cinesi: è il governo di Pechino a essere contro Taiwan. Abbiamo lo stesso sangue, ma nel loro ci sono marxismo, leninismo e maoismo, nel nostro no».

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