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Prezzi diesel e benzina a 2 euro. Pichetto: governo pronto a intervenire

Automobilisti (italiani) in fila per ore a S. Marino per fare il pieno approfittando di un prezzo medio per litro che si è fermato ad 1,50 euro

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3' di lettura

“Il prezzo dei carburanti sopra i 2 euro? Oggi è solo speculazione”. Così il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervistato da “La Stampa”, difende la scelta di azzerare il taglio delle accise sulla benzina, in vigore fino alla fine dell’anno passato, per concentrare le risorse sugli aiuti contro il caro bollette. “Ma se i rialzi dovessero essere strutturali - assicura - il governo è pronto intervenire di nuovo”. Quanto al gas “se il trend di calo dei prezzi proseguirà, già a fine gennaio avremmo effetti positivi sulle bollette”. Intanto il governo incassa la tenuta degli stoccaggi, “grazie al piano di contenimento di consumi ed al clima mite” e conferma il cronoprogramma per l’entrata in servizio dei nuovi rigassificatori.

In fase di approvazione della Legge di Bilancio, ricorda poi il ministro, “abbiamo fatto un esame delle priorità e in questo ragionamento abbiamo deciso di intervenire stanziando 21 miliardi di euro contro il caro bollette. Con i livelli attuali di prezzo del gas e del petrolio, io credo che un eventuale sforamento dei 2 euro sarebbe solo speculazione. E comunque, se il prezzo dei carburanti dovesse tornare a crescere in modo stabile e significativo, il governo è pronto a intervenire”.

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Forza Italia allineata al ministro dell’Ambiente

Tra i primi a dare manforte a Pichetto Fratin è il viceministro alla Giustizia, l’azzurro Francesco Paolo Sisto. Ad Agorà (Rai 3) conferma che, se necessario Palazzo Chigi “interverrà sul costo della benzina. Il governo è assolutamente presente. Contrastare il caro-bollette aveva priorità assoluta, e su questo punto è stata data un'immediata ed efficace risposta in manovra. Le risorse non permettevano di incidere anche sulle accise, ma vigiliamo e, se necessario, interverremo”. A Radio Anch'io il deputato e responsabile del Dipartimento energia di Forza Italia, Luca Squeri arriva adauspicare che l’Esecutivo individui al più presto “ le risorse necessarie alla riduzione strutturale delle accise sulla benzina”. Annullato lo sconto sul carburante, sottolinea, “siamo tornati a pagare il problema atavico dell'Italia: siamo il paese europeo in cui le tasse incidono maggiormente sul prezzo alla pompa. Purtroppo il costo industriale dei carburanti sommato alle tasse dà esattamente il prezzo finale. È aritmetica, parlare di speculazione è una semplificazione sbagliata. A meno che non si consideri speculatore lo Stato, che applica le tasse tra le più alte nel mondo”.

Opposizioni all’attacco

Alle rassicurazioni della maggioranza sul Governo che si dice pronto a intervenire per evitare speculazioni sul caro benzina rispondono a stretto giro diverse voci dell'opposizione, pronta a evidenziare i limiti dell’Esecutivo sul punto. “Il ministro Pichetto Fratin per giustificare l’aumento del prezzo della benzina tira in ballo la speculazione. Ovviamente contrastiamola ma la questione è molto più semplice: il governo Draghi ha tagliato le accise di 30 centesimi, il governo Meloni ha azzerato il taglio. Il contrario di quello che la premier aveva promesso in campagna elettorale”, ricorda ad esempio Raffaella Paita, presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato. “Mentre ripristinano le accise sulle benzine e fanno cassa sui cittadini (ricordate? Quelle che Salvini e Meloni promisero di togliere) rimuovono dirigenti nella pubblica amministrazione per mettere fedelissimi. L’occupazione del potere è la loro priorità, non certo il Paese”. Così invece Stefano Vaccari del Pd. Per il vicepresidente M5S alla Camera dei Deputati, Agostino Santillo, “ci troviamo di fronte a un governo che toglie ai poveri e ingrassa i ricchi. Un paradosso incredibile, se pensiamo all'ipocrisia dei proclami della Meloni prima di arrivare al governo, che solo nel 2019 attaccava la maggioranza invocando il taglio delle accise sul carburante”.*

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Automobilisti italiani in fila a S. Marino

A conferma che il caro benzina è una realtà basta transitare nei pressi di S. Marino: ogni volta che il prezzo del carburante aumenta in Italia, nei confini della Repubblica del Titano i i benzinai fanno affari d’oro, con migliaia di automobilisti (italiani) in fila per ore per fare il pieno approfittando di un prezzo medio per litro che si è fermato ad 1,50 euro. Il vantaggio economico per chi può permettersi la gita a S. Marino è solo temporaneo: come già accadde ad esempio nel 2016, il Governo sammarinese presto adeguerà i prezzi e le accise. La differenza resterà ma minima e dovuta alla differenza di Iva, in Italia al 22 a San Marino al 21 per cento.

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