IL FRONTE SOVRANISTA

Orbán: improbabile una collaborazione con Salvini

di Alb.Ma.

I leader in Europa, chi ha vinto e chi ha perso

2' di lettura

Resta in salita la costituzione della «internazionale sovranista» di Matteo Salvini. Gergely Gulyas, capo di gabinett0 del primo ministro ungherese Viktor Orbán, ha liquidato come «molto improbabile» una collaborazione con il vicepremier italiano a Bruxelles e Strasburgo. Gulyas ha precisato che l’esecutivo «rispetta» il lavoro del leader leghista, ma vede un margine «straordinariamente piccolo» di una intesa maggiore. Viene così esclusa l’ipotesi che il partito del premier magiaro, Fidesz, abbandoni il gruppo dei Popolari europei e traslochi con i suoi 13 seggi nella nascente alleanza di nazionalisti. In precedenza Orbán si era espresso a favore di una maggiore sinergia fra i Popolari e i sovranisti, pur senza staccarsi dalla sua coalizione politica di provenienza. Anzi: il suo stesso partito ha ricevuto una sospensione dal Ppe in marzo con l’accusa di violazione dello stato di diritto e delle linee guida del partito.

Le trame internazionali di Salvini
Al momento, il gruppo nascente di Salvini dovrebbe contare su una 70ina di seggi. Il vicepremier sta raccogliendo in blocco sotto la sua guida l’ex gruppo Europa delle nazioni e delle libertà (58 seggi) più alcuni fuorisciti dall’altra formazione euroscettica, l’Europa delle libertà e della democrazia diretta (Efdd, l’ex gruppo di Cinque stelle, forte di 54 seggi). L’ambizione originaria era di corteggiare anche Fidesz di Orbán e il Brexit Party di Nigel Farage, attualmente in forza all’Efdd, per aumentare la quota di seggi fino a un tetto che permetta di superare i liberali (fermi a 105 scranni). Con Orbán è andata come abbiamo visto, almeno per il momento. Farage si è mostrato più aperto e l’accordo, secondo fonti leghiste, potrebbe essere chiuso entro la settimana. Ma a un prezzo ben più elevato. Secondo quanto scrive La Stampa, il politico britannico ha richiesto la leadership del partito, facendo leva su una forza elettorale identica a quella di Salvini.

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Sia il Brexit Party che la Lega hanno ottenuto 29 seggi e conquistato oltre il 30% dei consensi nel proprio paese di origine. La «internazionale sovranista» di Salvini dovrebbe ricomprendere tutte le forze nazionaliste rappresentate nellEurocamera. L’intenzione è di spingere su alcuni dossier cari alla Lega e ai partiti di destra nella Ue, a partire dalla chiusura delle frontiere esterne ai flussi migratori. Più di recente, anche in occasione del comizio di fine campagna a Milano, Salvini ha calcato la mano sul tema delle tasse, lanciando la proposta di uno «shock fiscale» ispirato ai modelli di Donald Trump e dello stesso Orbán. Un attestato di stima che, per ora, non si è tradotto in una sintonia ufficiale con il premier magiaro. Il primo minis tro ungherese è in polemica quasi costante con il Ppe e ha già dichiarato che non sosterrà la candidatura di Manfred Weber a presidente della Commissione. Al momento, però, un suo divorzio definitivo non è nell’aria.

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