Infrastrutture

Ponte Morandi, ricostruzione a Salini-Fincantieri. Costerà 202 milioni. Renzo Piano supervisore

di Raoul de Forcade

Ponte Genova: progetti, Salini-Fincantieri con idea Piano

3' di lettura

Sarà la cordata pubblico-privata formata da Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr (in qualità di realizzatore del progetto) a ricostruire il viadotto Morandi. Lo ha confermato il commissario Marco Bucci. L’ufficializzazione è arrivata oggi alle 17 dopo la pubblicazione online del decreto.

Costo stimato di 202 milioni, «pronto a fine 2020»
Le imprese aggiudicatarie sono dunque Salini-Impregilo, Fincantieri e ItalFerr per la parte progettuale a fronte di un costo totale di 202 milioni di euro (al netto dell'Iva). Le aziende si sono impegnate a rispettare un crono-programma, che prevede l’inizio dei lavori il 1° febbraio e il completamento strutturale dell'opera entro la fine del 2019. «Ha partecipato alla gara l'eccellenza italiana e straniera con progetti di altissimo livello, li ringraziamo tutti», ha detto il commissario Bucci che ha poi annunciato: «Abbiamo chiesto a Renzo Piano di partecipare a tutto il progetto come supervisore tecnico. Si affiancherà al team per garantire la massima qualità». «Spero che la posa della prima pietra possa essere nel mese di marzo», ha aggiunto Bucci. «Il ponte lo avremo in 12 mesi, ci sarà alla fine del prossimo anno, anche se – aggiunge – non sarà accessibile per quella data».

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I dettagli del progetto
Salini Impregilo e Fincantieri confermano in una nota l'aggiudicazione del contratto per la ricostruzione del ponte «che verrà realizzato dalla neocostituita società PERGENOVA». Il nuovo ponte che parte dal progetto di Renzo Piano «prevede il completamento dell'opera in 12 mesi, dal momento in cui l'area verrà resa disponibile, dopo il completamento delle attività di demolizione», spiegano le società. Il ponte «sarà costituito da un impalcato in acciaio, con una travata continua di lunghezza totale pari a 1100 metri, costituita da 20 campate. Il progetto - spiegano Salini Impregilo e Fincantieri - prevede 19 pile in cemento armato di sezione ellittica posizionate con un passo costante di 50 metri, ad eccezione della campata sul torrente Polcevera e di quella sulle linee ferroviarie, dove l'interasse passa da 50 a 100 metri», una soluzione che consente di limitare le dimensioni delle strutture e delle fondazioni.

A dare forza alla decisione di Bucci arrivano anche le parole del viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Edoardo Rixi, il quale, a Radio 24, ha sottolineato che il ponte sarà ricostruito «bene e rapidamente, e soprattutto da imprese italiane».

«Il commissario straordinario - ha aggiunto - tiene conto dei tempi di realizzazione e del fatto che ci debba essere una ricaduta importante a livello locale (e il coinvolgimento di Salini Impregilo, che già lavora in Liguria sul Terzo valico, nonché di Fincantieri, che ha uno stabilimento a Genova, va in questa direzione, ndr). Genova ha vissuto un momento assolutamente difficile anche dal punto di vista occupazionale, e noi ci aspettiamo che ci siano scelte che aiutino la città». Rispetto a chi vincerà la gara, Rixi, senza anticipare l’ufficializzazione delle decisioni da parte di Bucci, ha chiosato: «Renzo Piano è genovese e quindi gioca in casa». Non è un caso che il progetto pensato da Salini Imregilo e Fincantieri, i quali nei prossimi giorno costituiranno una società di scopo ad hoc, preveda che Italferr realizzi il progetto , ispirandosi all’ipotesi Renzo Piano.

Cimolai e Calatrava «disponibili» ad aiutare
A quanto risulta Bucci e la sua commissione tecnica di esperti nei giorni scorsi hanno apprezzato anche il progetto dell’archistar Santiago Calatrava, presentato insieme all’offerta di Cimolai. Ma non è andato in porto il tentativo di Bucci di costruire una cordata che li tenesse insieme. «L'azienda Cimolai e l'architetto
Calatrava - ha spiegato Bucci - si sono messi a disposizione per aiutare nel caso ce ne fosse bisogno».

Questo ha spinto il sindaco a optare per la cordata pubblico-privata, con Fincantieri e Italferr, due imprese su cui il Governo aveva espresso apprezzamento già dalla fine di agosto, quindi pochi giorni dopo il crollo del viadotto, avvenuto il 14 di quel mese. La decisione del commissario potrebbe aprire a una serie di ricorsi da parte delle imprese escluse. Ma si tratterebbe probabilmente di azioni senza richiesta di sospensiva, che quindi non provocherebbero ritardi alla ricostruzione del ponte genovese.

Il tempo di esecuzione indicato nel contratto sarà di 12 mesi, compresa la progettazione, a partire dalla consegna di tutte le aree dissequestrate. L’effettiva possibilità di completare il ponte entro il 2019 dipende dunque dai tempi di dissequestro da parte della magistratura genovese. La demolizione dei tronconi del Morandi, invece, è stata già avviata il 15 dicembre ed è affidata alla cordata Fagioli, Fratelli Omini, Vernazza Autogru, Ipe Progetti e Ireos .

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