il verdetto dell’agenzia

Da Moody’s nessun giudizio sull’Italia. Il rating resta invariato

Rating e non solo, quattro mesi di fuoco per i conti pubblici

3' di lettura

Nessun giudizio sullo stato di salute del debito sovrano dell’Italia, il che, per i mercati, equivale a una conferma del rating e anche dell’outlook, che resta quindi stabile. Mentre il rating era stato declassato a ottobre 2018 a livello Baa3, appena prima del livello “junk”. Tecnicamente non si tratterebbe di un rinvio della valutazione da parte di Moody’s ma di una sorta di “no news, good news” per l’Italia. Del resto, poche settimane fa la stessa agenzia di rating aveva lasciato intendere che non ci sarebbero state revisioni, almeno nell’immediato, per quanto riguardava le “pagelle” del Paesi europei, Italia compresa.

Nel corso della giornata di venerdì Piazza Affari, che è arrivata a guadagnare oltre un punto percentuale sui massimi da ottobre - quasi +15% da inizio anno - alla fine ha chiuso con un rialzo dello 0,8% trainata dal settore tecnologico, senza mostrare particolari timori per il verdetto di Moody's sul rating italiano.

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Sempre in Europa, Standard & Poor’s ha alzato il rating del Portogallo a BBB (lo stesso livello che l’agenzia assegna anche all’Italia) con outlook stabile.

A metà febbraio, Kathrin Muehlbronner, senior vice president e lead analyst per l’Italia di Moody’s, a margine della Credit Trends Conference a Milano, aveva parlato di « un significativo rischio di elezioni anticipate in Italia , probabilmente dopo le elezioni europee» in calendario in primavera. Nella stessa occasione l’agenzia prevedeva di rivedere al ribasso le stime di crescita – «sicuramente sotto l'1%, probabilmente a un valore tra 0 e +0,5% nel 2019» – perché «le misure di riforma sono state rimandate, anche tutta l’Europa sta rallentando, questo non è positivo». La precedente stima dell’agenzia, di novembre2018, parlava di una crescita dell’1,3% nel 2019. Questo, almeno per il momento, non dovrebbe incidere sul rating sovrano dell’Italia: «Abbiamo un outlook stabile, copre 12-18 mesi, ci dovrebbero essere performance molto diverse da quelle attese per cambiare ancora l'outlook e non vediamo cambiamenti».

Gli altri giudizi nel recente passato
In precedenza, il 22 febbraio scorso, era stata l’ agenzia di rating Fitch a esprimere il suo giudizio sull’Italia. Fitch aveva deciso di lasciare invariato il rating a BBB (a un passo, quindi, dal livello “junk”), ma con un outlook negativo. Secondo l’agenzia era «probabile il voto anticipato» nei mesi a venire. Prima ancora, il 26 ottobre ottobre 2018, S&P aveva scelto un giudizio praticamente analogo, confermando il rating ma tagliando l’outlook a negativo. Diverso, invece, e non in meglio, il giudizio di Moody’s pochi giorni prima (il 19 ottobre 2018), con il declassamento dell’Italia a livello Baa3 ma, in compenso, con outlook stabile.

I RATING DEI PRINCIPALI PAESI

I RATING DEI PRINCIPALI PAESI

I quattro mesi di fuoco di conti italiani
Lo scorso 22 febbraio, con il giudizio espresso da Fitch, sono di fatto cominciati quattro mesi caldissimi per i conti pubblici italiani . Successivamente, a inizio marzo, è stata la volta del dato Istat sul Pil nel quarto trimestre 2018, ora Moody’s, poi il 26 aprile sarà la volta di Standard & Poor’. Ma prima ci sarà il Def e dopo una nuova stima Istat, ancora sul Pil ma questa volta sul primo trimestre dell’anno, le previsioni Ue – poi le elezioni europee come intermezzo –, le stime definitive sul Pil e a giugno le raccomandazioni Paese da parte di Bruxelles: dal giudizio sui conti pubblici italiani si capirà se al governo verrà chiesta una manovra correttiva, e di quale entità.

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