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Bce: «Prematuro» discutere di un taglio dei tassi

La Banca centrale mantiene fermo il costo ufficiale del credito: tasso sui depositi al 4%, tasso di rifinanziamento al 4,50%

di Riccardo Sorrentino

2' di lettura

Tassi fermi, finché sarà necessario. Scenario economico invariato. È quasi laconico il comunicato a cui la Banca centrale europea ha affidato la sostanza della riunione di gennaio di politica monetaria, per la quale non c’erano grandi attese. Il tasso di rifinanziamento resta al 4,50%, quello sui depositi - ancora molto importante dopo gli ingenti acquisti di titoli - al 4% e quello sulle marginal lending facilities, per le operazioni di rifinanziamento d’emergenza, al 4,75%. Discutere di tagli, in ogni caso, è stato giudicato «prematuro» consiglio, ha spiegato in conferenza stampa la presidente Christine Lagarde.

Invariato lo scenario economico: l’inflazione continua a calare, malgrado il «base effect al rialzo» legato ai prezzi dell’energia, mentre i passati aumenti dei tassi si stanno trasmettendo con energia sulle condizioni di finanziamento». Robusto il mercato del lavoro, anche se la domanda di lavoro sta rallentando. Il livello del costo del credito “ufficiale” appare sufficiente perché, «mantenuti per una durata sufficientemente lunga», possano contribuire a portare l’inflazione all’obiettivo. Resteranno fermi fino a quando sarà necessario.

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La stagnazione di Eurolandia potrebbe continuare nel quarto trimestre del 2023, seguita da una fase di crescita «debole e poi da una ripresa», ha detto Lagarde. I rischi sulla crescita sono ancora orientati al ribasso, per il “peso” della politica monetaria restrittiva e per le incertezze geopolitiche, che potrebbero anche spingere verso l’alto l’inflazione. I prezzi potrebbero accelerare anche per salari troppo veloci rispetto alle attese o margini di profitto troppo elevati.

Discussioni sui tagli dei tassi sono «prematuri», ha commentato Lagarde esprimendo il «consenso» del consiglio direttivo. La presidente, nei giorni scorsi, ha chiaramente detto che le attese di mercato indicano una riduzione del costo del credito troppo ravvicinata. Gli interest rate futures, prima della conferenza stampa, continuavano a esprimere una probabilità del 60% circa di un primo taglio da 25 punti base ad aprile, con una riduzione totale di 130 punti base a fine anno. La Bce ha indicato invece che una prima decisione potrebbe essere presa in estate. Anche se le decisioni continueranno a essere presa «riunione dopo riunione» sulla base dei dati in arrivo, che nei prossimi mesi - ha ricordato Lagarde - forniranno molte informazioni nuove.

Grande attenzione, oltre che alla politica fiscale, sarà attribuita all’andamento dei salari, che potrebbero sostenere l’inflazione soprattutto - ha spiegato Lagarde - nel settore dei servizi, la cui dinamica dei prezzi è «resistente» e fatica a rallentare, anche se gli aumenti delle restribuzioni sono al momento assorbite dai margini di profitto. Nei primi tre mesi dell’anno, però, il 40% dei lavoratori sono interessati al rinnovo dei contratti.

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