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Un punto a testa: Milan e Napoli non sanno più vincere

A San siro finisce pari. Lozano e Bonaventura in gol, ma i problemi restano

2 minuti di lettura
Hirving Lozano, 24 anni: l’autore del gol del Napoli è circondato dai giocatori del MIlan 

MILANO. Il pareggio sotto la pioggia a San Siro lascia il Milan pericolosamente vicino alla zona retrocessione e il Napoli a metà classifica. Un punticino non basta a Pioli per ridare entusiasmo a una squadra impaurita né ad Ancelotti per diminuire la tensione tra giocatori, società e tifoseria.

Malgrado il meteo e tenendo conto dello stato di forma di entrambe le squadre ne esce una buona partita, un tempo a testa al di là di un risultato maturato in cinque minuti poco prima della mezz’ora, con rossoneri subito aggressivi e poi in calo progressivo. Certo, se si va un po’ indietro nel tempo, senza risalire agli Anni Novanta ma fermandosi al luglio scorso, la sfida di San Siro vede di fronte una formazione costruita per la zona Champions e l’altra per i dintorni dello scudetto.

Dolorosa parentesi
San Siro non perdona la crisi al Milan. Alla lettura delle formazioni, i più applauditi sono Ancelotti, con tutto il carico di ricordi, a partire dalle ultime due Champions vinte, e Daniel Maldini, il figlio di Paolo convocato in prima squadra a 18 anni. Il presente è una dolorosa parentesi tra passato e futuro. Pioli cerca una prestazione e un risultato da cui ripartire. «Sono 45 giorni che lavoriamo insieme, adesso cominciamo a giocare da squadra», ragiona il tecnico subentrato a Marco Giampaolo. È vero, il gioco si intravede con una certa continuità, ma senza un attacco che lo trasformi in gol è fatica sprecata. Perso Suso durante il riscaldamento, nel tridente d’attacco sono finiti Rebic, inizialmente destinato alla panchina (si capirà presto il perché), Piatek (e si intuisce perché il Milan corteggi Ibrahimovic) e Bonaventura, il migliore in campo, onnipresente e autore del pareggio in un’azione costruita da Theo Hernandez e Krunic.

Operazione Ibra
Prima di infortunarsi, Bonaventura era uno dei fedelissimi di Gattuso. Dalla scuola di Ringhio ha imparato il cuore e il coraggio, così importanti nelle situazioni difficili. Quattordici punti nelle prime 13 giornate il Milan li aveva fatti soltanto nel 2013-14 (anche il Napoli era dal 2013 che non giocava sei partite, coppe comprese, senza vincere). Per uscire da questa situazione, Boban e Maldini stanno trattando con un fuoriclasse di 38 anni che alzerebbe l’età media della squadra, ora tra le più basse del campionato. Sembra un’operazione contraria alla filosofia della proprietà (lancio e promozione dei baby talenti con lo scopo di fare plusvalenze), ma dopo aver rivisto un Piatek incapace di tirare in porta per 90 minuti c’è poco da fare gli schizzinosi.

Pioli ha un’occasione per rilanciare le azioni di un Milan che comincia a sentire suo: due trasferte abbordabili lungo la via Emilia, Parma e Bologna. Sei punti che sono lo spartiacque tra la zona Europa League e i bassifondi della classifica.

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