Indossò la maglietta Auschwitzland, assolta Selene Ticchi

Per i giudici “il fatto non costituisce reato”. La T-shirt indossata dall’ex esponente di Forza Nuova durante una manifestazione a Predappio. L’Anpi si era costituita parte civile

Selene Ticchi a Predappio

Selene Ticchi a Predappio

Bologna, 12 gennaio 2023 – Assolta perché il fatto non costituisce reato. "Siamo soddisfatti e felici, adesso aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza". Queste le prime parole di Selene Ticchi, appena uscita dall'aula del tribunale di Forlì dove era a processo per aver indossato, a Predappio, il 28 ottobre 2018, la famosa maglietta con la scritta 'Auschwitzland'.

Ticchi era accusata di violazione dell'articolo 2 della legge Mancino. La pm Laura Brunelli aveva chiesto 9 mesi e 600 euro di multa per l'ex esponente di Forza Nuova che oggi milita nel Movimento Nazionale, ma il giudice ha assolto Ticchi, difesa dal marito, l'avvocato Daniele D’Urso.

Nel processo erano costituiti come parti civili l'Anpi e l'erede di un deportato nel lager nazista.

De Maria (Pd), sentenza che è un brutto segnale per il paese

"Sono molto amareggiato dalla sentenza del tribunale di Forlì relativa a quanto accaduto nel 2018 a Predappio. Sinceramente non so cosa ci poteva essere di più evidente rispetto alla violazione della normativa vigente. Un brutto segnale per il Paese e per i valori democratici”. Ha detto  all'ANSA Andrea De Maria, deputato del Pd ed ex sindaco di Marzabotto, teatro del più grave eccidio dei nazifascisti durante la Seconda guerra mondiale. “A maggior ragione - continua - mi sento impegnato a promuovere la proposta di legge, sottoscritta con altri colleghi alla Camera ed al Senato e condivisa con l'Anpi, per rendere più efficace il contrasto alla apologia del fascismo e del nazismo”.

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