Marco Carta, Corte d'Appello: "Manca la prova del furto di magliette"

Motivazioni assoluzione, condivisa la ricostruzione del Tribunale

Marco Carta

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Milano, 7 gennAIO 2021 - Non c'è "prova certa" della responsabilità del cantante Marco Carta e pertanto anche la Corte d'Appello di Milano aderisce "integralmente alla motivazione" dell'assoluzione di primo grado che è anche "pienamente condivisibile" sotto il profilo della "ricostituzione dei fatti". E' quanto hanno scritto i giudici, presieduti da Giuseppe Ondei, motivando la decisione con cui, nell'ottobre scorso, hanno confermato la sentenza con cui il Tribunale, un anno prima, aveva mandato assolto l'ex vincitore di Amici ed X Factor, accusato di avere rubato 6 magliette del valore di 1200 euro il 31 maggio 2019 alla Rinascente di piazza del Duomo.

Nel provvedimento si legge che "rimane tuttora ragionevole" la "prospettazione più favorevole all'imputato", ovvero la sua estraneità ai fatti, come ha sempre ribadito pure il suo difensore, l'avvocato Simone Ciro Giordano. Ad assumersi la responsabilità del furto era stata Fabiana Muscas, l'amica 54enne del cantante che si trovava con lui nel grande magazzino e che nel frattempo è stata ammessa all'istituto per la messa alla prova, svolgendo lavori di pubblica utilità. 

"L'accusa - è scritto nelle motivazioni - non ha potuto dare oggettiva contezza della censurata attendibilità della ricostruzione del fatto fornita dalla Muscas", l'amica del cantante. Inoltre "le presunte imprecisioni e lacune nel racconto" di Marco Carta in sede di interrogatorio "sono riconducibili, in realtà, alla sua dichiarata estraneità ai fatti". Nel provvedimento si legge anche che "la natura auto assolutoria della ricostruzione fornita dall'imputato" non può che risultare "compatibile con la dichiarata mancata conoscenza delle modalità e delle circostanze fattuali relative alle condotte di trafugamento delle maglie, distacco dei cartellini, forzatura dei dispositivi antitaccheggio poste in essere dalla Muscas". I giudici hanno ricostruito che Fabiana Muscas "entrava nel camerino, attendendo che Carta si allontanasse per non essere vista, salvo poi uscire immediatamente al suo arrivo, e ripeteva la condotta una seconda volta. Si tratta di un atteggiamento difficilmente riconducibile a un previo accordo criminoso con il complice".

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