Politica estera

"Massimo impegno sul caso": la promessa di Tajani sul caso Piperno

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere di aver avuto una lunga e cordiale telefonata con il padre di Alessia Piperno: "Sto seguendo con il massimo impegno e con grande determinazione il caso"

Tajani sente il padre di Alessia Piperno: "Massimo impegno sul caso"

Una "lunga e cordiale telefonata" con il padre di Alessia Piperno. Per rassicurarlo e ribadire che la vicenda relativa all'incarcerazione della ragazza italiana a Teheran è in cima all'agenda del nuovo governo italiano appena insediatosi. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha scritto su Twitter di star seguendo il caso con il "massimo impegno". Dopo le ultime giornate di fuoco in Iran, tra pesanti proteste e violenti scontri tra forze dell'ordine e dimostranti, la Farnesina ha chiarito che Alessia, detenuta nel carcere di Evin, nella capitale iraniana, sta bene. Adesso è arrivata pure la telefonata tra il genitore della 28enne e Tajani.

Le parole di Tajani

Il cinguettio di Tajani è emblematico. "Sto seguendo con il massimo impegno e con grande determinazione il caso di Alessia Piperno. Lo ho ribadito al padre Alberto durante una lunga e cordiale telefonata", ha scritto il neo ministro degli Esteri. C'era bisogno di una rassicurazione, di un messaggio forte e chiaro che non è tardato ad arrivare. Anche perché lo scorso 15 ottobre proprio il carcere di Evin è stato teatro di una rivolta.

Fonti della Farnesina, in contatto costante con l'ambasciata italiana a Teheran, hanno riferito che Alessia sta bene. Era fondamentale sottolinearlo, visto che nella stessa struttura dove si trova l'italiana sono avvenuti disordini ed è scoppiato un grosso incendio. Quattro detenuti sarebbero deceduti mentre altri 61 sarebbero rimasti feriti, secondo quanto riferito dalle autorità locali.

Tensione alle stelle

Nel famigerato carcere di Evin, dove vengono rinchiusi i detenuti i prigionieri politici e dove, secondo quanto si era appreso dopo il suo fermo il 28 settembre, si troverebbe anche l'italiana Alessia Piperno, sono dunque scoppiati incidenti. Centinaia di arrestati durante le proteste che hanno infiammato l'Iran dopo la morte della giovane Mahsa Amin sono rinchiusi in questo carcere, dove – ha sottolineato l'Ansa - secondo le ong per i diritti umani viene anche usata la tortura.

Secondo diverse fonti, l'incendio è scoppiato in seguito dopo una rivolta di detenuti che ha interessato la sezione 7 del carcere. Testimoni hanno detto che si sono uditi spari e gruppi di persone si sono radunate nei pressi della prigione urlando slogan. Secondo l'Irna, che cita un alto funzionario della sicurezza, l'incendio è partito dalla sezione 7, quella dove si scontravano detenuti e guardie carcerarie.

I rivoltosi avrebbero dato fuoco ad un deposito di vestiti, causando un rogo che secondo le autorità è ora in fase di spegnimento da parte dei vigili del fuoco. Secondo questa fonte, i detenuti ammutinati sono stati separati dagli altri, che sono rientrati nelle loro celle.

Il caso di Alessia Piperno

Alessia Piperno è intrappolata in uno scenario del genere e, sempre in quello scenario, stanno lavorando sotto traccia le autorità italiane per risolvere il caso. Da quanto emerso fino a questo momento, Alessia avrebbe effettuato un viaggio in Iran. Ci sono ancora molte zone d'ombra - più fonti autorevoli hanno ribadito la necessità di mantenere il silenzio - ma pare che nella sua avventura all'interno del Paese la donna abbia trascorso un periodo anche nel Kurdistan iraniano, una zona costantemente monitorata per via delle istanze anti governative.

Dopo quattro giorni di silenzio totale, Alessa sarebbe riuscita a mettersi in contatto con i genitori a Roma, mentre si trovava nel carcere di Teheran. "Vi prego, aiutatemi", sarebbero tra le poche parole comunicate ai familiari.

Il padre della donna, Alberto, ha raccontato per primo la disavventura della figlia pubblicando un lungo post su Facebook, poi rimosso. Alessia sarebbe stata arrestata insieme a dei suoi amici mentre si accingeva a festeggiare il suo compleanno.

Nelle ore successive la Farnesina ha confermato l'accaduto, aggiungendo che l'arresto è avvenuto il 28 settembre.

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