Cultura e Spettacoli

Una fine senza rimpianti: l'ultima lezione di Piero Angela

Nel messaggio di saluto alla Rai c'è tutta l'essenza del divulgatore, un messaggio di cuore che riconcilia con la fine e ancora una volta ci insegna come affrontare il difficile viaggio che è la vita

Una fine senza rimpianti: l'ultima lezione di Piero Angela

Piero Angela ha passato la vita a condividere con gli altri ciò che scopriva. Una divulgazione sobria, intelligente, utile e mai saccente. E così ha fatto fino alla fine. Nel suo ultimo saluto pubblicato dalla Rai lascia altri importanti insegnamenti, che accompagnano chi resta e aiutano a ricordare chi non c’è più: “Mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi”. Un passaggio di rara semplicità e profondità. Come spiegava il filosofo tedesco Georg Simmel il “risultato più semplice del pensiero non è affatto il risultato del pensiero più semplice”, un modo per dire che anche in un messaggio di commiato così breve c’è tutta l’essenza e la cultura di un uomo unico.

Un’ultima lettera che lenisce il dolore e il cordoglio di quanti hanno imparato con lui e sempre con lui scoperto il mondo e l’universo. La cosa più bella, degli ultimi “doni” di Angela è quello di raccontarci come ha vissuto la fine. Un regalo che dovrebbe conciliarci con la morte, troppo spesso nascosta accantonata, dimenticata, cancellata. “Malgrado una lunga malattia”, ha scritto, “sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti”.

È un messaggio di speranza sapere di aver concluso la propria esistenza riuscendo a non avere rimpianti. Il dono più grande che si possa desiderare. Eppure nel cuore di Angela non c’è solo il lavoro, la professione, cui il divulgatore ha dedicato 70 anni di carriera, ma anche i piccoli grandi sogni personali, le passioni, come la “piccola soddisfazione” di aver pubblicato un disco di jazz al pianoforte.

Pensare alla fine di tutto in questo modo è anche un insegnamento su come vivere. Una decina di anni fa, nel libro A cosa serve la politica?, metteva nero su bianco un manifesto chiaro, semplice e prezioso: “Il peggior nemico della cultura”, scriveva, “è la noia, la mancanza di chiarezza, o l'assenza di creatività”. E per tutta la sua via Angela non ha mai saputo davvero cosa fosse la noia. Negli anni ha accompagnato gli italiani da un argomento all’altro: spazio, corpo umano, storia, solo per citarne qualcuno. Una continua ricerca che dimostra ancora la ricchezza che ne ha costruito la carriera.

Nel tempo tutti questi “viaggi” ne hanno plasmato anima e corpo. E inevitabilmente forgiato il senso della fine, di capire che appunto “la natura ha i suoi ritmi”. La sete di sapere e la comprensione della fine sono i regali più grandi che Angela ha fatto a se stesso e a noi, il suo pubblico.

E così il suo addio ha il sapore di un ultima lezione: vivete, studiate, imparate e fatelo con passione, con amore. Una conclusione a cui era giunto anche chi non si occupava di divulgazione, ma di arte e che con le parole lavorava e viveva: lo scrittore americano Raymond Carver. “E hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto? Sì.

E cos'è che volevi? Potermi dire amato, sentirmi amato sulla terra”.

Commenti