Cronache

Omicidio Cerciello, il giallo intercettazioni: "Frasi modificate o mancanti"

Colpo di scena nell'indagine per la morte di Mario Rega Cerciello. La mossa degli avvocati di Lee Finnegan Elder

Omicidio Cerciello, il giallo intercettazioni: "Frasi modificate o mancanti"

Nuove ombre e misteri. L'ultimo colpo di scena sulla morte del vicebrigadiere Maria Rega Cerciello, ucciso con 11 coltellate la notte tra il 25 e il 26 luglio a Roma, riguarda le intercettazioni dei due ragazzi americani realizzate a Regina Coeli. Secondo i loro legali, infatti, non tutte le registrazioni sarebbero state trascritte nei verbali e in altri casi sarebbero state riportate con alcuni errori.

L'attenzione è rivolta sull'informativa - consegnata in Procura dagli investigatori - su Lee Finnegan Elder, accusato di essere l'autore materiale dell'omicidio, e l'amico Gabriel Christian Natale Hjorth, che era con lui in quella maledetta notte ed ha avuto un corpo a corpo con Andrea Varriale.

Il processo ruoterà con ogni probabilità intorno alla questione, già emersa, dei tesserini. I due carabinieri, quando si sono presentati in bermuda all'appuntamento per recuperare lo zaino di Sergio Brugiatelli, si sono qualitificati come militari oppure no? Davanti al Gip, Lee Elder aveva affermato: "Non pensavo fosse un poliziotto in borghese. Ero di fronte a uno strano uomo, avevo paura mi volesse strangolare, mi sono difeso". Varriale, invece, sostiene di aver mostrato ai due americani la "placca identificativa", versione confermata nella informativa redatta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Roma. È in questo documento che viene riportata l'intercettazione delle conversazioni in carcere tra Elder, il padre e Craig Michael Peters, avvocato penalista americano (non nominato legale di fiducia e dunque intercettabile). "Ci hanno fatto vedere velocemente i distintivi", avrebbe spiegato Elder a Peters, frase utilizzata dalla procura per accusare i due americani di "concorso in omicidio" con l'aggravante della volontarietà.

Oggi, però, il colpo di scena. I difensori di Elder, Renato Borzone e Roberto Capra, hanno riascoltato i nastri delle intercettazioni in carcere e le hanno fatte tradurre nuovamente dall'inglese. La loro intenzione, riporta il Corriere, è quela di depositare il testo integrale per dimostrare alla Corte di assise gli errori e le parti non rese note. Alcuni esempi: se nei nastri si sente dire da Peters "Making motions to the Court, Presentare istanze alla Corte", nell'informativa la frase sarebbe stata tradotta in "Il nostro scopo è cercare di vincere la simpatia della Corte, giocare sulle emozioni". La "bank" (banca) sarebbe invece diventata "tank" (macchina militare). E ancora, quando Elder afferma "When I called mom and told her... police station and they’re saying I killed a cop. Ho chiamato mia madre e le ho detto di trovarmi alla stazione di polizia e mi stavano dicendo che avevo ucciso un poliziotto", la traduzione si sarebbe trasformata in una confessione: "Ho chiamato casa dicendo di aver fatto la decisione sbagliata colpendo un poliziotto".

L'Arma afferma che le traduzioni sono state realizzate da un perito nominato dai magistrati. Resta però l'altra incognita, quella delle parti di conversazione omesse dall'informativa. Secondo i legali di Lee, sarebbero frasi importanti e da tenere in considerazione nel processo. Elder avrebbe infatti negato di aver visto un tesserino ("They didn’t show anything, didn’t say anything. Non hanno mostrato nulla, non hanno detto nulla"), di non aver confessato "fino a quando non mi hanno detto che era un poliziotto e che era morto" e di non sapere di aver ammazzato un militare ("I didn’t know that he was a cop. I thought he was a random criminal guy... mafia guy. Non sapevo fosse un poliziotto. Pensavo fosse un malvivente...

un mafioso").

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