Coronavirus

L'allarme di Ippolito: "Virus ci terrà compagnia almeno fino a marzo 2022"

Il direttore scientifico dello Spallanzani di Roma ha fatto la triste profezia durante il webinair sull’emergenza Covid

L'allarme di Ippolito: "Virus ci terrà compagnia almeno fino a marzo 2022"

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani di Roma, durante il webinair organizzato dal Consiglio regionale del Lazio sull'emergenza Covid e il piano vaccini, si è detto certo che "il virus continuerà a tenerci compagnia, almeno fino al primo trimestre del 2022, quando finiranno tutte le vaccinazioni".

Ippolito ha anche ricordato che la percentuale di morti causati da questo virus è tre volte superiore a quelli dovuti all’influenza. Oltre al fatto che vi sia anche il doppio dei ricoveri nei reparti di terapia intensiva e che sono stati necessari molti posti letto in ospedale perché, a differenza della normale influenza, non sempre è stato possibile curare la Sars-CoV-2 a casa. Tante le ospedalizzazioni, circa il doppio rispetto a quanto avviene di solito.

Ippolito: la sua tragica previsione

Il direttore scientifico ha anche tenuto a sottolineare che è stato “un anno orribile ma dobbiamo considerare che per la prima volta la rapidità con sui si è diffusa l'epidemia è stata parallela alla risposta rapida della sanità regionale, e il Lazio ha fatto un grandissimo lavoro". Nonostante questo però, secondo Ippolito il virus non ci abbandonerà tanto presto e quasi sicuramente resterà con noi per tutto il 2021. La sua previsione è infatti che il Covid-19 sarà in nostra compagnia almeno fino a marzo del 2022. Nonostante, secondo il parere dell’esperto, il vaccino anti coronavirus abbia dimostrato di essere sia efficace che sicuro, dato che la probabilità di avere una reazione avversa c’è, come ha spiegato, ma è uguale a quella di un vaccino antinfluenzale."Gli eventi avversi sono assolutamente trascurabili.

E il vantaggio di questo vaccino è incommensurabile" ha aggiunto.

Impensabile tornare a una vita pre-Covid

Ma tornare a una vita pre-Covid sembra impensabile: "Nonostante le vaccinazioni non possiamo pensare che torneremo ai sistemi come erano prima. Quei livelli di assembramento non sono più possibili". Parlando della variante inglese, Ippolito ha precisato che circola ormai da tempo e che si tratterebbe di una parente della variante già conosciuta in Spagna l’estate scorsa e che si era propagata poi nel resto dell’Europa attraverso i rientri in patria dei vacanzieri. Il direttore ha anche sottolineato che quando un virus muta può anche attenuarsi e non è quindi detto che tutte le mutazioni siano più pericolose delle precedenti. Importante però che tutti i ricercatori, trasformati in questo periodo in analizzatori di tamponi, tornino presto a fare ricerca. Anche perché, come ha annunciato qualche giorno fa l’Organizzazione mondiale della Sanità, in futuro potrebbero arrivare nuove pandemie, anche peggiori del Covid.

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