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Macedonia d'Italia

Infortunati, richiamati, talenti persi per le scommesse: Spalletti deve tenere assieme pezzi di Nazionale. Tra stasera e lunedì servono quattro punti per Euro 2024

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L'Italia del calcio è fatta così: le piacciono le imprese epiche, ama il brivido e c'è sempre una riva da raggiungere perchè spesso siamo con l'acqua alla gola. Macedonia (numero 66 del ranking mondiale) e soprattutto Ucraina (numero 22), tutto in quattro giorni per poter difendere il nostro titolo europeo. Quattro come i punti che ci metterebbero al riparo da qualsiasi incubo già vissuto due volte - leggi playoff di spareggio, purtroppo persi - negli ultimi sei anni. Il condottiero di turno è Luciano Spalletti, approdato sulla panchina azzurra dopo la bufera ferragostana e per nulla con la pancia piena dopo l'impresa napoletana.

Nel suo vecchio stadio, che definisce come un «arcobaleno» in ricordo dei bei tempi giallorossi, il ct vuole rivedere quei fasci di luce ammirati per un'ora a Wembley prima di cedere di schianto a Bellingham e compagni. Dall'Inghilterra all'Olimpico (54mila i biglietti venduti), con un ct che ha dovuto fare ricorso a ciò che passa il convento tra infortuni - ben cinque sui 29 convocati -, gente esclusa per le scommesse (Tonali) e orde di stranieri che soffocano le potenzialità dei nostri giovani. Il romanista Mancini e il portiere Carnesecchi gli ultimi arrivati in un gruppo che ha perso pezzi ogni giorno. Ma lui non si è mai nascosto dietro gli alibi. L'appuntamento romano con i macedoni, che venti mesi fa a Palermo ci negarono l'accesso ai Mondiali (gol di Trajkovski oggi assente per infortunio), che non perdono con noi dal 2016 e soprattutto sono usciti imbattuti nelle ultimw tre sfide, è da affrontare con attenzione. A Roma dovranno essere poste le basi della qualificazione che a Leverkusen, campo scelto dagli ucraini senza casa, andrà perfezionata. «Serve un'Italia all'altezza della sua storia, della propria modernità di gioco che deve esibire nel calcio internazionale - così Spalletti che fa leva sull'orgoglio azzurro -. Serve un'Italia con caratteri forti, con calciatori che sanno affrontare queste situazioni. Dobbiamo far vedere in che posizione siamo nel nostro mondo, portare avanti l'idea di calcio dell'Italia perchè giochiamo per la nostra nazione e dobbiamo essere disposti a tutto». E indica le caratteristiche principali che devono avere i suoi giocatori: «Il gesto tecnico fa vedere chi siamo, il duello vinto dove vogliamo andare». In regia siamo tornati nelle mani di Jorginho, che nell'ultima sfida a Roma sbagliò un rigore decisivo nel nostro cammino verso Qatar 2022. «Mi aspetto che, in caso di nuovo penalty, vada a tirarlo perchè è uno specialista e un uomo di valori...», così Spalletti.

Davanti, con Raspadori al centro del tridente, il ct potrà finalmente proporre Chiesa: «È il nostro Sinner, ha lo strappo e la capacità di saper saltare l'avversario e fare gol, una personalità di altissimo livello, è un riferimento della nostra nazionale».

Lo juventino: «Siamo l'Italia e dobbiamo qualificarci, solo con gesti elevati possiamo uscire dalla normalità».

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