“Il 25 giugno verso le sei e mezzo De Giorgi mi manda un articolo del Fatto Quotidiano che dava conto di una indagine. Ma io mi addormento e non gli rispondo nemmeno. Dopo due ore, per puro caso, nella colonnina degli status di Whatsapp vedo un autorevole personaggio delle istituzioni che fa uno screenshot dell’articolo del Fatto e dice ‘questa è anche la spiegazione all’eventuale polemica dell’apposizione del segreto di Stato’”. Così Matteo Renzi spiega il ‘modo rocambolesco e casuale’ attraverso il quale è venuto a conoscenza del Segreto di Stato opposto dal capo del DIS Belloni.

Segreto firmato e confermato dal presidente Mario Draghi a cui Renzi però “non ho alcun elemento da contestargli. Io non so quale sono le ragioni che hanno portato a opporre il segreto di Stato, rimango stupito. Avranno le loro ragioni – continua Renzi – i dirigenti dell’intelligence se mettono il segreto di Stato. Il presidente del Consiglio, se arriva l’autorità delegata e gli dice abbiamo opposto il segreto di Stato, al 99,99% appone il segreto di Stato”.

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