Con le cinque misure cautelari emesse in mattinata dal Giudice per le indagini preliminari (Gip) del Tribunale di Roma, sale il numero delle persone coinvolte dalla magistratura nell’ambito dell’indagine sull’assalto alla Cgil avvenuto il 9 ottobre scorso. Le misure, tre obblighi di fissa dimora e due arresti domiciliari, sono state eseguite dalla Digos e dalla polizia di stato a seguito della richiesta della procura della Repubblica capitolina, per cui si ipotizzano i reati di devastazione e saccheggio. Tra le cinque persone coinvolte ci sono anche il leader catanese di Forza Nuova, la quarta persona legata all’organizzazione neofascista sanzionata dopo Luca Castellini, leader veronese del movimento di estrema destra, e Fabio Corradetti, il figlio ventenne della compagna di Giuliano Castellino, il leader romano di Forza Nuova detenuto per l’assalto alla sede del sindacato.

Il prefetto della capitale, Matteo Piantedosi, ha espresso il “massimo orgoglio e gratitudine per l’ennesima prova offerta dagli uomini della questura di Roma che, con le loro indagini coordinate della procura, hanno assestato un ulteriore colpo ai responsabili dell’assalto alla Cgil del 9 ottobre scorso”. Piantedosi è tornato anche sul caso della bandiera nazista sulla bara di una militante di Forza Nuova, sottolineando che “non è il clamore di singole azioni estemporanee a minare la determinazione e la credibilità delle istituzioni che, a tempo debito, in linea con la coscienza civile di questa città, sanno riscuotere i frutti del quotidiano e silente sforzo a garanzia della legalità democratica e del vivere civile”.

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