Per conoscere la decisione dei giudici di Taranto sulla possibilità di utilizzare l’Altoforno 2 dell’ex Ilva bisognerà aspettare. Nel corso dell’udienza odierna al Tribunale del Riesame di Taranto i giudici si sono riservati la decisione e hanno tempo fino al 7 gennaio, a quanto hanno appreso le agenzie di stampa, per depositare il provvedimento.

Il Riesame, in sede di appello, era chiamato ad esprimersi sul ricorso presentato dai legali dell’Ilva in amministrazione straordinaria contro la decisione del giudice Francesco Maccagnano di respingere l’istanza di proroga della facoltà d’uso per l’Altoforno 2 dello stabilimento siderurgico, sequestrato a giugno 2015 nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Alessandro Morricella, operaio di 35 anni ucciso a giugno di quattro anni fa dopo esser stato investito da una fiammata mista a ghisa incandescente. Al di fuori del tribunale, un gruppo di cittadini e attivisti di comitati e movimenti (anche Genitori Tarantini, Piano Taranto, Tamburi combattenti e LiberiAmo Taranto) ha organizzato un sit in. I manifestanti hanno mostrato gli striscioni con le scritte “Ilva is a Killer“, “Basta morire di Ilva”, “Ingredienti dell’acciaio di Taranto: ferro, carbonio e sangue dei tarantini“.

Nel corso dell’udienza, gli avvocati Angelo Loreto e Filippo Dinacci, per conto dei commissari straordinari (presenti in aula), si sono rifatti ai motivi del ricorso e alla memoria integrativa depositata nelle scorse ore. Hanno ribadito che occorre altro tempo per ottemperare alle prescrizioni imposte dal custode giudiziario Barbara Valenzano (tra cui l’automazione del campo di colata) e che altri interventi di messa in sicurezza sono stati già realizzati tanto che nell’area dell’impianto in questi 4 anni e mezzo non si sono verificati più incidenti.

In tal senso, la difesa dei commissari ha sottolineato che è già stato sottoscritto un contratto con la ditta Paul Wurth per 11,5 milioni di euro – un terzo già versati come anticipo – per installare alcune attrezzature (due macchine a tappare e due a forare, e due campionatori di temperatura della ghisa). Il ricorso dinanzi al Tribunale del riesame (Licci presidente, Caroli relatore, Lotito a latere) è anche avverso un’altra disposizione del giudice Maccagnano, quella di ordinare al custode giudiziario di vigilare sul fatto che l’impianto non venisse più utilizzato a partire dal 14 dicembre scorso. Le operazioni di spegnimento sono iniziate e dopo il 7 gennaio (giorno entro il quale i giudici dovranno esprimersi) le modifiche impiantistiche non consentiranno più il normale uso dell’altoforno.

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