Firenze

Firenze, carabinieri accusati di violenza sessuale. Camuffo condannato a 4 anni e 8 mesi

La pm Ornella Galeotti aveva chiesto 5 anni e 8 mesi in abbreviato. Il collega di pattuglia, Pietro Costa, è stato rinviato a giudizio: per lui il processo inizierà il 10 maggio 2019
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L'ex appuntato dei carabinieri Marco Camuffo, 48 anni, è stato condannato a 4 anni e 8 mesi in abbreviato dal giudice del tribunale di Firenze, Fabio Frangini, al termine dell'udienza preliminare che si è svolta oggi, giovedì 11 ottobre, a Firenze. Per lui la pm Ornella Galeotti aveva chiesto 5 anni e 8 mesi. È accusato di violenza sessuale  per aver abusato di una studentessa americana di 21 anni che aveva bevuto al punto di non essere in grado di opporsi, e per aver agito con violenza e con abuso di autorità. Il suo collega di pattuglia, Pietro Costa, 33 anni, è stato rinviato a giudizio con le identiche accuse nei confronti di un'altra giovanissima studentessa americana. Per lui il processo inizierà il 10 maggio 2019.

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"Il mio assistito non ha detto niente ascoltando la sentenza", ha riferito il suo difensore, l'avvocato Filippo Viggiano che ha parlato di una "sentenza severa" contro cui ricorrerà in appello. "Unico elemento forte in mano all'accusa - ha poi commentato il legale - è la denuncia fatta nell'immediatezza, 20 minuti dopo il fatto. Ma può bastare questo di fronte agli elementi contrari per sostenere la violenza sessuale, argomenti che noi sosteniamo?". Per il legale la decisione del giudice Fabio Frangini non avrebbe dato importanza allo stato psicofisico delle ragazze che erano ubriache. "Il tasso alcolemico non è stato un argomento molto sviluppato nella discussione - ha detto Viggiano - Vedremo nelle motivazioni la valutazione del giudice". "C'è un'evidenza probatoria che non poteva essere messa da parte dal giudice, è una condanna che ci soddisfa", il commento dell'avvocata Francesca D'Alessandro che assiste una delle due studentesse. "Quella vicenda ha sconvolto la ragazza - ha riferito sempre lo stesso avvocato -. E' tornata in Italia anche dopo l'incidente probatorio ma non è voluta andare a Firenze e ha preferito essere ospitata da me anzichè andare in albergo. Ora la contatto per comunicarle l'esito di questa prima condanna, che lei aspettava". Gli avvocati Andrea Gallori e Giorgio Carta, difensori di Pietro Costa, si preparano alla battaglia in aula e credono di poter dimostrare che non ci fu violenza. Gli avvocati Gabriele e Marco Zanobini, che assistono la ragazza che accusa Costa di aver abusato di lei, l'hanno chiamata in America e spiegano che "è felice di essere stata creduta".

I fatti risalgono alla notte fra il 6 e il 7 settembre 2017. I due carabinieri erano stati inviati alla discoteca Flo al piazzale Michelangelo per sedare un litigio e lì avevano incontrato le due amiche straniere, appena arrivate in Italia per un corso di studi, e si erano offerti di accompagnarle a casa sull'auto di servizio. Al portone, invece di salutarle, erano entrati con loro e ciascuno dei due si era appartato con una delle ragazze, forse convinti di averle incantate con il fascino della divisa. Ma pochi minuti dopo essere entrate in casa le due studentesse chiamarono disperate la loro tutor denunciando di essere state violentate. Lo scorso 12 maggio i due carabinieri erano stati destituiti dall'Arma.

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Marco Camuffo, difeso dagli avvocati Cristina Menichetti e Filippo Viggiano, aveva chiesto di essere giudicato in abbreviato, rito che prevede automaticamente lo sconto di un terzo della pena. La pm aveva chiesto poi il rinvio a giudizio di Pietro Costa, difeso dagli avvocati Andrea Gallori e Giorgio Carta. L'udienza davanti al giudice Fabio Frangini, iniziata in mattinata, aveva visto gli interventi delle parti civili e delle difese. Marco Camuffo è stato presente in aula anche durante il verdetto e ha rilasciato una dichiarazione spontanea. Ha detto che non era stata sua, ma del collega, la decisione di accompagnare a casa con l'auto di servizio le due studentesse conosciute alla discoteca Flo in piazzale Michelangelo. Aggiungendo che la ragazza con cui poi ebbe un rapporto sessuale sulle scale del palazzo in cui abitava con l'amica non aveva detto no ai suoi approcci. La ragazza, invece, ha spiegato sin dal primo momento che era spaventata, considerato anche che l'uomo aveva la pistola.