47 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Inchiesta doping Alex Schwazer: la Procura di Bolzano chiede l’archiviazione

La procura di Bolzano chiede l’archiviazione del procedimento penale per doping per Alex Schwazer. Dopo quasi 5 anni si chiuderà dunque senza rinvio a giudizio l’inchiesta nata da un contestato esame effettuato dall’anti-doping, il primo gennaio del 2016 nell’abitazione in Alto Adige dell’ex marciatore azzurro campione olimpico a Pechino 2008.
A cura di Michele Mazzeo
47 CONDIVISIONI
Immagine

La procura di Bolzano chiede l'archiviazione del procedimento penale per Alex Schwazer.  Potrebbe dunque concludersi con un nulla di fatto l'inchiesta per doping che ha coinvolto l'ex marciatore altoatesino. Secondo quanto riporta l'ANSA, che ha ricevuto conferme dal procuratore di Bolzano Giancarlo Bramante, dunque non ci sarà il rinvio a giudizio per il 36enne campione olimpico della 50 km di marcia a Pechino 2008.

Si sta per chiudere dunque l'inchiesta per doping che ha visto protagonista il classe '84 di Vipiteno partita per un contestato esame, effettuato il primo gennaio del 2016 nella sua abitazione in Alto Adige. "Eravamo sempre convinti che sarebbe finita così – ha detto l'avvocato difensore di Alex Schwazer, l'avv. Gerhard Brandstaetter all'Ansa dopo aver appreso della richiesta di archiviazione da parte della Procura di Bolzano -. Una sorpresa casomai sarebbe stata la richiesta di rinvio a giudizio. Attendiamo ora i prossimi passi e un'eventuale opposizione alla richiesta di archiviazione – ha poi proseguito il legale dell'ex marciatore -. Poi faremo di tutto per tutelare l'integrità di Alex, sia in sede di giustizia ordinaria che sportiva" ha infine concluso.

A fare la differenza probabilmente è stata la perizia presentata al tribunale di Bolzano dall'altoatesino nell'udienza dedicata all'incidente probatorio nel caso che riguarda la sua seconda positività antidoping che, secondo quanto ha affermato il perito nominato dal gip del Tribunale di Bolzano e comandante del Ris dei carabinieri di Parma Giampietro Lago, ha dimostrato che "la concentrazione del Dna nelle urine non corrisponde a una fisiologia umana e i dati confermano quindi un'anomalia".

47 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views