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Ruby, la testimone: “Polanco mi disse che Berlusconi le regalò 6 milioni in cambio del silenzio”

Il teste ha raccontato di aver portato delle buste con dei soldi, che gli venivano affidate dall’avvocato Luca Giulante (accusato di corruzione in atti giudiziari), a Ruby Rubacuori per almeno due volte nel 2014. Secondo un’altra testimone, Ruby avrebbe ricevuto sei milioni di euro da Berlusconi affinché non dicesse la verità nei processi.
A cura di Annalisa Girardi
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Alcune buste con soldi che passavano dall'ex legale di Karima El Mahroug, l'avvocato Luca Giuliante, agli imputati nel processo Ruby ter, che vede l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi accusato di corruzione in atti giudiziari. A volte queste buste arrivavano alla stessa Ruby Rubacuori: questa la testimonianza del custode del palazzo di Milano in cui Giuliante aveva il proprio studio.

Il teste, un uomo di origini peruviane, ha raccontato di aver portato queste buste, che gli venivano affidate dall'avvocato, a Ruby per almeno due volte nel 2014. Un'altra volta, su indicazioni della ragazza, ha consegnato una busta a un amico di lei. Una volta, ha raccontato il teste, Giuliante gli avrebbe intimato di fare attenzione nelle sue consegne in quanto c'erano dei soldi nelle buste. Un'altra volta, tuttavia, non avrebbe esplicitato il contenuto della busta.

I soldi a Ruby

Dalla testimonianza del custode emerge anche che Ruby avrebbe ricevuto soldi in una busta e a consegnare il contante alla ragazza, nel 2014, sarebbe stato lo stesso custode. L’importo di cui si parla sarebbe di circa sei milioni di euro, stando a quanto riporta un’altra testimone, la giornalista inglese Hannah Roberts. La giornalista spiega che Marysthell Polanco le disse “che Ruby aveva preso sei milioni di euro da Berlusconi, che le aveva comprato anche una casa in Messico”. Soldi finalizzati anche a “non dire la verità nei processi” sulle serate a Villa Martino, con tanto di una sorta di formazione per ciò che avrebbe dovuto dire davanti ai giudici. La giornalista riporta poi anche un altro particolare nella sua testimonianza: “Polanco mi disse che Silvio Berlusconi diede a Nicole Minetti un milione di dollari; suo padre era andato a casa di Berlusconi, aveva chiesto quei soldi e li aveva ricevuti”. Secondo quanto riportato ancora, “la Minetti voleva continuare a fare politica, ma Berlusconi non voleva e dunque aveva chiesto quei soldi, anche perché lei sapeva la verità sulle cene ad Arcore”.

La testimonianza del portinaio

L'uomo inoltre ha affermato di essere stato sempre pagato per questo servizio. "Prima mi chiamava lei, Ruby, e mi diceva di andare da Luca a prendere delle buste per portarle a Genova da lei. L'avvocato mi consegnava la busta e io non mi sono mai permesso di chiedere cosa ci fosse dentro", ha poi spiegato.

Il procuratore aggiunto, Tiziana Siciliano, ha dichiarato che in alcuni messaggi di WhatsApp scambiati tra il portinaio e Ruby, e risalenti all'ottobre 2014, c'erano effettivamente dei riferimenti ai soldi. "Lei era diventata un po' pesante, perché pensava che io lavorassi per lei", ha ancora aggiunto l'uomo, sostenendo di essere amico del legale, accusato a sua volta di corruzione in atti giudiziari. Secondo i pm, infatti, Giuliante avrebbe funto da intermediario tra Berlusconi e Ruby, consegnando alla ragazza il denaro che sarebbe servito a comprarne il silenzio sulle serate ad Arcore. Il portinaio ha poi detto ai giudici: "Non ha fatto nulla di male, ringrazio questo Paese che mi ha dato tutto".

Il processo Ruby ter

Mentre il processo Ruby e il Ruby bis riguardano nello specifico i festini a luci rosse organizzati nella villa di Silvio Berlusconi in cui venivano chieste prestazioni sessuali in cambio di denaro a ragazze minorenni, nel 2014 con l'apertura del processo Ruby ter, il Cavaliere viene accusato di aver comprato i testimoni a suo favore negli atti giudiziari precedenti.

A maggio 2018 il Cavaliere viene rinviato a giudizio. L'accusa è sempre quella di aver versato ingenti somme di denaro a diverse persone coinvolte nel processo sul caso ‘Olgettine', cioè le ragazze che partecipavano ai festini in casa Berlusconi che però in quell'anno iniziarono a parlare. A luglio 2018 è iniziato a circolare un video in cui si vede l'ex presidente del Consiglio parlare con le ragazze e discutere di contratti e posti di favore in Mediaset. Nel marzo del 2019 muore una delle testimoni chiave del processo, Imane Fadil: la ragazza aveva chiesto di essere parte civile nel procedimento. Sulla sua morte rimangono molte ombre, in quanto la stessa modella marocchina aveva parlato all'avvocato e al fratello di temere per la sua vita, proprio a causa del suo ruolo nell'inchiesta.

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