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Fondi russi alla Lega, Di Battista all’attacco: “Salvini è bugiardo, la sua difesa è ridicola”

L’ex deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, attacca il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sulla questione dei presunti fondi russi alla Lega: “Salvini il bugiardo è impegnato a mentire (la sua difesa sul caso Russia-Savoini è ridicola)”, scrive Di Battista in un post in cui si concentra soprattutto sulla questione migranti.
A cura di Stefano Rizzuti
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La questione dei migranti, le Ong e la situazione in Libia sono il pretesto utilizzato dall’ex deputato del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, per sfoderare un attacco nei confronti del ministro dell’Interno e leader della Lega, Matteo Salvini, sul caso dei presunti fondi russi al Carroccio. “Salvini il bugiardo è impegnato a mentire (la sua difesa sul caso Russia-Savoini è ridicola)”, sono le parole dell’ex deputato in riferimento alla vicenda per cui Savoini oggi è stato interrogato dalla procura di Milano. Ma l’attacco di Di Battista viene riportato in un lungo post su Facebook il cui argomento è, in realtà, tutt’altro.

Di Battista sottolinea come non si stia parlando di Ong da qualche giorno: “Lo ‘show’ dell’immigrazione dove tutti – da destra a sinistra – recitano la loro parte costringendo gli africani al ruolo di comparsa, per qualche ora si è fermato. Forse è il momento giusto per ricordare a tutti cosa hanno scoperto in Libia qualche giorno fa”. L’esponente M5s si sofferma sul fatto che “a pochi km da Tripoli, in una base delle truppe di Haftar, sono stati trovati alcuni missili americani venduti alla Francia. Quelle armi non dovrebbero stare in Libia, è illegale vendere armi ai libici, eppure i francesi l’hanno fatto”.

Il dramma dell’immigrazione non verrà mai risolto senza prima affrontarne le cause”, afferma ancora Di Battista. A sinistra, secondo l’ex deputato, “si fermano allo slogan fuggono dalle guerre”. A destra, invece, “giocano al ‘piccolo sovranismo’. Dicono ‘prima l’Italia’ ma lo dicono sottovoce. Non sia mai che qualcuno a Washington o a Parigi ci creda davvero”. “Nel frattempo, mentre i riflettori vengono rivolti verso le navi delle ONG, in Libia si muore. E si muore anche perché la Libia è, per l’ennesima volta, il campo di battaglie dell’imperialismo”, afferma ancora.

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