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Covid 19

Covid, l’annuncio di Speranza: “Entro fine marzo saranno vaccinati 13 milioni di italiani”

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, annuncia che in Italia potrebbero essere vaccinate contro il Covid 13 milioni di persone entro la fine di marzo, nel caso in cui venga confermato l’arrivo in tempi rapidi anche delle dosi di AstraZeneca. L’obiettivo è raggiungere l’immunità di gregge con 40 milioni di persone vaccinate.
A cura di Stefano Rizzuti
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Entro il primo trimestre l’Italia potrebbe avere già 13 milioni di persone vaccinate. Ad affermarlo è il ministro della Salute, Roberto Speranza, che in un’intervista a La Stampa si sofferma sul vaccino AstraZeneca, che potrebbe presto essere approvato: “Se arriva subito al traguardo anche AstraZeneca, entro il primo trimestre si aggiungeranno altri 16 milioni di dosi, che corrispondono ad altre 8 milioni di persone vaccinate. Risultato finale: noi già dal primo aprile potremmo avere 13 milioni di vaccinati, e così avremmo già raggiunto la fase uno, cioè quella che ci consente di avere il primo impatto epidemiologico”. Il ministro della Salute, nella giornata in cui sono stati somministrati i primi vaccini, si dice “soddisfatto e orgoglioso, perché siamo arrivati a un traguardo decisivo benché non ancora risolutivo”.

Difatti, secondo Speranza questo “antidoto non ci esenta dalle responsabilità e non ci esime dai sacrifici”, ma “la differenza rispetto a prima è che possiamo affrontarli con uno spirito diverso, perché ora sappiamo che possiamo farcela”. Questo non vuol dire, almeno per il momento, allentare le misure in vigore. Per il ministro è necessario mantenere “la divisione ‘cromatica’ dell'Italia e i divieti durante i giorni di festa”. Quindi ancora zone gialle, arancioni e rosse, con restrizioni più stringenti fino alla fine delle feste. D’altronde una modifica di queste regole è “fuori discussione”, per Speranza.

Le dosi del vaccino anti-Covid in Italia e Ue

Speranza chiarisce anche la questione delle dosi di vaccino arrivate e che arriveranno nei Paesi dell’Ue: “Esiste un solo contratto di acquisto dei vaccini, firmato dalla Commissione europea per conto dell'intera Unione. E la distribuzione delle dosi tra i vari Stati membri, sempre da contratto, è gestita dalla stessa Commissione in base al numero di abitanti. La nostra quota è del 13,45% del totale di tutti i vaccini che l'Ue ha acquistato dalle sei aziende produttrici. Alla fine della campagna vaccinale, nel 2022, il nostro Paese avrà ricevuto 202 milioni di dosi”.

Ad oggi c’è la possibilità che la distribuzione tra i singoli Stati possa variare “in base a fattori del tutto casuali: il giorno in cui viene fatta la comunicazione, la distanza dagli stabilimenti. Quelli Pfizer sono a Bruxelles, quindi in Germania arrivano prima che da noi. Ma la quota di dosi che spetta a ciascun Paese è fissa, per contratto. Dunque non c'è chi è più bravo e ne compra di più e chi è più scarso e ne compra di meno. A regime, a noi spettano 420 mila dosi a settimana, e quelle saranno”.

Il programma del governo per vaccinare gli italiani

Il ministro della Salute spiega anche il suo obiettivo per la vaccinazione anti-Covid. La fase uno prevede che si arrivi a 15 milioni di persone vaccinate, per ottenere un primo impatto dal punto di vista epidemiologico. La fase due, invece, prevede la vaccinazione di 40 milioni di persone, che permetterebbe di ottenere l’immunità di gregge, secondo la visione del governo. Speranza precisa: “Secondo il piano contrattuale nel primo trimestre noi dovremmo ricevere 8,7 milioni di dosi prodotte da Pfizer e 1,3 milioni prodotte da Moderna. Totale, 10 milioni di dosi, corrispondenti a 5 milioni di persone vaccinate, visto che con un richiamo servono due dosi a persona”.

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