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Attacchi a Salvini nelle chat dei magistrati, interviene Mattarella: “Sconcerto e riprovazione”

Il Quirinale con una nota diffusa oggi pomeriggio esprime “sconcerto e la riprovazione” per “l’inammissibile commistione fra politici e magistrati”, senza fare però esplicito riferimento alla pubblicazione delle chat Whatsapp di Palamara, che contenevano attacchi durissimi nei confronti del leader della Lega Matteo Salvini.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è tornato sullo scandalo delle intercettazioni che ha coinvolto la magistratura, e che lo ha portato lo scorso anno a tenere un duro discorso al Csm. Oggi interviene ancora, dopo la pubblicazione di alcune chat, in cui il giudice Luca Palamara attaccava Matteo Salvini per la vicenda Diciotti, ribadendo il suo sconcerto per quella che ritiene "un'inammissibile commissione tra politici e magistrati".

Il Quirinale ha diffuso oggi pomeriggio una nota, che spiega: "In riferimento alle vicende inerenti al mondo giudiziario, assunte in questi giorni a tema di contesa politica, il Presidente della Repubblica ha già espresso a suo tempo, con fermezza, nella sede propria – il Consiglio Superiore della Magistratura – il grave sconcerto e la riprovazione per quanto emerso, non appena è apparsa in tutta la sua evidenza la degenerazione del sistema correntizio e l'inammissibile commistione fra politici e magistrati".

Nel suo intervento al Csm il Capo dello Stato aveva già "sollecitato modifiche normative di legge e di regolamenti interni per impedire un costume inaccettabile quale quello che si è manifestato, augurandosi che il Parlamento provvedesse ad approvare una adeguata legge di riforma delle regole di formazione del CSM. Una riforma che contribuisca – unitamente al fondamentale e decisivo piano dei comportamenti individuali – a restituire appieno all'Ordine Giudiziario il prestigio e la credibilità incrinati da quanto appare, salvaguardando l'indispensabile valore dell'indipendenza della Magistratura, principio base della nostra Costituzione".

"In merito alle vicende che hanno interessato la Magistratura, il Presidente della Repubblica, come ha già fatto in passato, tornerà a esprimersi nelle occasioni e nelle sedi a ciò destinate, rimanendo estraneo a dibattiti tra le forze politiche e senza essere coinvolto in interpretazioni di singoli fatti, oggetto del libero confronto politico e giornalistico", recita ancora la nota.

La reazione di Matteo Salvini

Il leader della Lega Matteo Salvini, che aveva richiesto espressamente un intervento del Capo dello Stato Mattarella, ha scritto un post sui social: "Il Quirinale interviene sullo scandalo dei magistrati politicizzati e intercettati, ribadendo sconcerto e riprovazione: bene. Non bastano le scuse o le improbabili giustificazioni degli interessati, chiediamo che si dimettano dagli incarichi (giudiziari o politici) tutte le persone coinvolte nello scandalo, da cui emergono vergognosi attacchi a me e alla Lega".

E ancora: "L’Italia e la giustizia italiana meritano di meglio: serve una riforma del CSM, lo si rielegga per estrazione a sorte come chiesto anche dal dottor Nordio e si proceda ad una completa Riforma della Giustizia, basata su tempi certi dei processi, certezza della pena, responsabilità per errori e lungaggini, separazione delle carriere fra giudici e Pm".

"Sconcerto e riprovazione per l'inammissibile commistione politici-magistrati. Le parole del presidente Mattarella sono la conferma che è accaduto qualcosa di veramente molto grave all'interno del nostro sistema giudiziario. La giustizia, quella vera, non è a uso e consumo della politica ma è al servizio di tutti gli italiani", a dirlo è Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera.

"Daremo il nostro contributo con impegno e serietà: è l'ora di riformare la giustizia e noi siamo pronti. Accogliamo l'appello del Presidente della Repubblica affinché siano ripristinati il prestigio e la credibilità dei massimi organi della magistratura, l'Italia merita un sistema all'altezza dei sui cittadini. Affinché ciò avvenga è importante che tutti i coinvolti dagli scandali si dimettano dai loro incarichi".

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