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Guerra in Ucraina

Ucraina, ministro Kuleba: “Non è ancora arrivato il momento per la mediazione e la ragione è Putin”

Il governo di Kiev guarda con favore a un possibile ruolo della Santa Sede in una trattativa di pace ma “la triste verità è che non è ancora arrivato il momento per la mediazione e la ragione è il presidente Putin”, dice il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ai giornalisti.
A cura di Susanna Picone
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Non è ancora arrivato il momento per la mediazione. Ne è convinto il ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba che, accogliendo nel suo ufficio un gruppo di giornalisti internazionali al seguito di una missione organizzata dall'ambasciata ucraina presso la Santa Sede, ha parlato della guerra in corso senza fare molti giri di parole. Secondo il ministro, la Santa Sede può avere un ruolo importante nella mediazione tra Ucraina e Russia ma "questo momento non è arrivato”.

Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha parlato di un possibile negoziato per porre fine alla guerra in Ucraina. "Alla fine si dovrà raggiungere un accordo. Ho detto più volte che siamo pronti per questi accordi, siamo aperti, ma ci fa riflettere il fatto di pensare con chi abbiamo a che fare", le sue parole.

In una Ucraina sotto le bombe, non ci sono però le condizioni secondo Kuleba per aprire un tavolo di pace e in ogni caso chiunque voglia aiutare questo processo, compreso il Vaticano, "non può essere neutrale", non può mettere i due Stati sullo stesso piano. La Russia è l’aggressore, l’Ucraina è la vittima. "Non si può insistere sul concetto di fratellanza, non siamo fratelli, questa è la storia di Caino e Abele", le parole del ministro. Che però ha sottolineato come la commozione di papa Francesco "è arrivata dritta al cuore degli ucraini". "Abbiamo visto – ha detto – quanto la sua reazione fosse sincera e profonda".

Il ministro ucraino Kuleba
Il ministro ucraino Kuleba

"Il 2 ottobre il Papa ha detto a Putin di fermare la guerra e a Zelensky di essere aperto a proposte", ha ricordato il ministro degli esteri ucraino. "Questo mettersi da entrambe le parti non è stato d'aiuto. Va bene richiamare Putin, ma se chiedi a Zelensky di essere aperto a proposte di pace, stai dicendo che Zelensky non è aperto alla pace e ha bisogno che qualcuno glielo dica. Questo non è vero. L'Ucraina vuole pace".

E per la pace, Kiev chiede di fermare le bombe e la restituzione di tutti i territori occupati. Ma "la triste verità è che non è ancora arrivato il momento per la mediazione e la ragione è il presidente Putin". "Se vuoi la pace, non mandi missili ogni settimana per distruggere le nostre infrastrutture, non continui a mandare militari per catturare le nostre città, non annetti territori che sono di altri. Se vuoi una soluzione pacifica non fai questo", le parole di Kuleba.

L’Ucraina, intanto, nella notte sarebbe stata colpita da un attacco di droni iraniani: come informa il comando dell'aeronautica militare di Kiev, dei 15 aerei "kamikaze" senza pilota, una decina sono stati abbattuti dalla difesa antiaerea. Si trovavano sopra le regioni di Kherson, Mykolaiv e Odessa.

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