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Il mistero sulla morte del poeta Pablo Neruda: richiesta la riapertura delle indagini

Un tribunale cileno ha deciso di riaprire le indagini sulla morte del poeta Pablo Neruda. Il decesso del Premio Nobel è infatti ancora oggi avvolto nel mistero. Secondo la versione ufficiale, sarebbe morto per un tumore. Ma i familiari sostengono che sia stato avvelenato dalla polizia segreta del dittatore Augusto Pinochet dopo il golpe del 1973.
A cura di Eleonora Panseri
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Il poeta, diplomatico e politico cileno Pablo Neruda
Il poeta, diplomatico e politico cileno Pablo Neruda

Un tribunale in Cile ha deciso oggi, martedì 20 febbraio, la riapertura delle indagini sulla morte del poeta Pablo Neruda, secondo quanto è stato reso noto da Radio Cooperativa.

A dicembre la giudice Paola Plaza aveva chiuso il caso riguardante la morte di Neruda, dopo aver respinto le richieste di parte del Partito comunista (PC) e dei familiari del Premio Nobel per una riapertura al fine di verificare se vi fossero responsabili del decesso avvenuto alcuni giorni dopo il golpe del 1973.

La giudice aveva dichiarato conclusa e archiviabile la fase investigativa, "dopo aver esaminato gli antecedenti del processo costituiti da dichiarazioni, verbali di polizia, documenti e perizie nazionali ed estere". Ora, però, il passo indietro.

Con una sentenza unanime i giudici della prima Sezione della Corte d'appello di Santiago hanno stabilito la revoca della decisione, accogliendo e adottando le procedure richieste dai nipoti dello scrittore e dal partito comunista.

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Nello specifico, nella sentenza i magistrati hanno sostenuto che "dai procedimenti realizzati in precedenza risulta che l'indagine non è esaurita", e che "esistono precise procedure che potrebbero contribuire al chiarimento dei fatti nel pieno rispetto di quanto previsto dall'articolo 108 del codice di procedura penale".

Chi era il poeta Premio Nobel Pablo Neruda

Il poeta, diplomatico e politico cileno Pablo Neruda.
Il poeta, diplomatico e politico cileno Pablo Neruda.

Passato alla storia come uno dei grandi cantori dell’amore, attributo che iniziò a guadagnarsi sin da ragazzo, quando pubblicò un’opera divenuta immortale “Venti poesie d’amore e una canzone disperata”, il premio Nobel per la Letteratura del 1971 Pablo Neruda, nato il 12 luglio 1904, era rimasto orfano della mamma a soli due mesi e fu cresciuto perlopiù dai nonni.

Quando in Spagna scoppiò la guerra civile, nel 1936, si schierò apertamente con i repubblicani, anarchici e antifascisti, pubblicando ‘Spagna nel cuore‘ e aiutando in prima persona coloro i quali volevano espatriare, per poi riuscire addirittura nel 1939 a fare imbarcare duemila rifugiati sulla nave Winnipeg, che era diretta in Cile.

Pablo Neruda con sua moglie Matilda in occasione del conferimento del Nobel, 1971
Pablo Neruda con sua moglie Matilda in occasione del conferimento del Nobel, 1971

E quando il poeta si spense, pochi giorni dopo il golpe del dittatore Pinochet dell'11 settembre del 1973 durante il quale morì il presidente cileno Salvador Allende, una moltitudine silente di persone sfilò nel corteo funebre, sotto lo sguardo dei militari.

i funerali di Pablo Neruda a Santiago, Cile, settembre 1973
i funerali di Pablo Neruda a Santiago, Cile, settembre 1973

Per gran parte della sua vita, sin dalla giovane età, rese il suo impegno politico protagonista della sua poesia: eletto senatore nel 1945, quando il governo di Gabriel González Videla si trasformò rapidamente in un governo autoritario, Neruda prese completamente le distanze, tanto che lo stesso dittatore fece emanare un ordine d'arresto, per sottrarsi al quale il poeta si vide costretto a intraprendere un periodo di esilio in Argentina, in Messico, in Unione Sovietica, in Cina, e infine in Europa.

E con molte probabilità fu proprio questa sua eterna lotta a portarlo alla morte: le analisi effettuate da un pool internazionale di esperti sui resti del poeta avevano infatti confermato la presenza di una tossina che ne avrebbe causato la morte e un documento ufficiale del ministero dell’interno cileno del 2015, sosteneva che Neruda non fosse morto “a causa del cancro alla prostata di cui soffriva”, ma che “risulta chiaramente possibile e altamente probabile l’intervento di terzi".

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