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Scattano oggi i dazi USA contro Made in Europe: in Italia il più colpito è il Parmigiano Reggiano

Sono scattati alla mezzanotte i dazi di Donald Trump contro il Made in Europe. In Italia, il più colpito è il Parmigiano Reggiano, sul cui costo peserà un tasso del 25% che ne farà schizzare il prezzo alle stelle. Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato export per il prodotto, di cui ogni anno se ne vendono oltre 10mila tonnellate oltre oceano.
A cura di Annalisa Girardi
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Scattano oggi i dazi statunitensi voluti da Donald Trump contro il Made in Europe per un valore totale di 7,5 miliardi di dollari. Nel mirino ci sono tutti i principali Paesi europei: Germania, Francia, Spagna e anche Itaia. I tassi più alti, al 25% riguardano i vini francesi, le olive greche, il whiskey scozzese e i formaggi italiani. All'indomani della visita del capo di Stato Sergio Mattarella negli USA, il consigliere economico di Trump, Lawrence Kudlow, ha assicurato che il presidente statunitense "non ha intenzione di imporre dazi sulle auto europee" in quanto si tratta di una "misura che distruggerebbe l'economia tedesca e danneggerebbe molto anche quella italiana".

Tuttavia, nel nostro Paese ci sarà comunque un duro colpo per alcuni prodotti, in primis per il Parmigiano Reggiano. Il maggiore impatto delle misure doganali contro l'Italia andrà a pesare proprio sulla Dop emiliana, facendone volare alle stelle il prezzo. Lo spiega il Consorzio di produzione del Parmigiano Reggiano, secondo il quale il costo arriverà a circa 6 dollari al chilo, dagli attuali 2,5. Nei supermercati americani, ciò si traddurrà in un aumento da circa 40 dollari al chilo a oltre i 45.

"Chiediamo l'aiuto e il sostegno del governo e dell'Unione europea, sia per riallocare il prodotto che non verrà venduto negli Usa, sia per le spese legali che continuiamo a sostenere per difendere le Dop dagli attacchi delle multinazionali che vogliono mettere le mani sul business dei produttori di Parmigiano Reggiano", afferma il presidente dei produttori Nicola Bertinetti. Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato export per l'Italia, che venfe ogni anno oltre 10mila tonnellate di Parmigiano Reggiano oltre oceano. Nel nostro Paese si tratta di un settore che dà lavoro a circa 50mila persone: gli effetti dei dazi su questo comparto, spiega il Consorzio, non sono ancora prevedibili.

Bertinetti spiega anche che un documento della National Milk Producers Federation, l'associazione dei produttori di latte USA, pubblicato solo qualche giorno fa, ha evidenziato l'intenzione di Washington di mettere nel mirino le produzioni protette europee, per cui fra i prodotti su cui pesa il dazio aggiuntivo del 25% ci sono solo determinate indicazioni geografiche italiane, come appunto il Parmigiano Reggiano. I dazi, in questo senso, non sarebbero altro che la replica ala protezione, da parte degli Stati europei, delle proprie Dop registrate. Le quali impediscono ad alcuni prodotti americani di inserirsi nel mercato europeo: "Ma noi non permetteremo mai agli americani di vendere il loro Parmesan in Europa. Non solo le aziende italiane subirebbero un danno, ma i consumatori stranieri verrebbero ingannati perché acquisterebbero un fake convinti di comprare il vero Parmigiano Reggiano", conclude Bertinetti.

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