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Morto Germano Celant, era il critico dell’Arte povera: ucciso dal Coronavirus

Aveva 80 anni, era ricoverato a Milano per Covid-19. Alla fine degli anni Sessanta aveva dato vita al movimento di Arte povera, poi diventato il più rilevante fenomeno artistico in Italia nella seconda metà del Novecento.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ morto a 80 anni uno dei più celebri storici dell’arte contemporanea italiano: Germano Celant, nato a Genova nel 1940, si è spento all’Ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato perché contagiato dal Covid-19. La notizia è stata confermata da fonti museali e vicine al critico. Germano Celant era noto per essere il fondatore di Arte Povera, movimento artistico basato sulla riappropriazione del rapporto Uomo-Natura, sull’immanenza, sull’importanza del gesto artistico, in opposizione a un’arte patinata e consumista che stava prendendo piede alla fine degli anni ’60, quando si affermò, come riporta Artibune.

Chi era Germano Celant

Nel corso della sua lunga carriera il critico d'arte ha collaborato molto anche con gli artisti americani, diventando uno dei maggiori esperti della scena californiana. Negli anni Novanta divenne tra i più noti curatori del mondo e venne nominato direttore della 47 Biennale di Venezia. Attualmente era il curatore della Fondazione Prada e della Fondazione Emilio Vedova. Aveva collaborato nel 2015 con Expo per l’area Food in Art. Altre importanti rassegne furono da lui realizzate al Centre Pompidou, a Londra e a Palazzo Grassi. Tra le sue ultime mostre la magnifica retrospettiva su Jannis Kounellis a Venezia e quella su Vedova a Palazzo Reale a Milano. Celant è stato autore di oltre cinquanta pubblicazioni, tra cataloghi, approfondimenti sul lavoro di singoli artisti o scritti teorici come Conceptual Art, Arte Povera, Land Art del 1970.

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