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Colpa del Covid, Italo in crisi: dal 1° ottobre tagliate 27 corse, 1.500 posti a rischio

Il dimezzamento dei posti nelle carrozze, causa Coronavirus, pesa sulle casse di NTV (si parla di almeno 200 milioni). I tagli interesseranno tutta la rete a partire dalle tratte dove il tasso di riempimento è più basso, e cioè la Roma-Milano e il collegamenti verso Venezia e Torino. A rischio ben 1500 posti di lavoro, cinquemila in totale se si guarda anche all’indotto.
A cura di Biagio Chiariello
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Le misure di contenimento dei contagi da Covid 19 hanno portato Italo Treno alla decisione di cancellare dal primo di ottobre almeno 27 convogli sulla rete ad alta velocità italiana. Troppe le perdite economiche subite durante il lockdown da Ntv (si parla di almeno 200 milioni di euro), che peraltro non esclude uno stop al servizio se il tasso di riempimento delle carrozze, attualmente fissato al 50%, non dovesse essere riportato all’80%. Una mossa che metterebbe o a rischio il posto dei suoi 1500 lavoratori e di altri 3.500 dell’indotto. La sforbiciata non risparmierà i servizi no stop Roma-Milano. Previsti contraccolpi pure sulla linea Milano-Venezia, sulla Venezia-Roma-Napoli e sulla Torino-Reggio Calabria.

Nel 2019 Nuovo Trasporto Viaggiatori aveva registrato introiti per circa 700 milioni e 151,2 milioni di utili, destinati a riserva proprio per lo scoppio dell'epidemia da Coronavirus. I treni a lunga percorrenza sono di fatto ormai gli unici mezzi di trasporto su cui viene limitato al 50% utilizzo dei posti: gli aerei, infatti, possono essere completamente riempiti, così come, in diverse Regioni, anche i treni locali; nel frattempo l'asticella della capienza massima consentita è stata portata all'80 per cento del totale. E l’Italia è l’unico Paese che impone il distanziamento sulla rete dell’alta velocità.

Intanto la Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli studia una soluzione per evitare il peggio. “Italo e Trenitalia ci hanno mandato tutta una serie di proposte che abbiamo già valutato ripetutamente: alcune le abbiamo integrate e altre ci sembrano buone per garantire, con un riempimento maggiore, la sicurezza ai passeggeri— ha dichiarato la ministra a margine di un convegno a Genova —.Tutta questa mole di lavoro la stiamo condividendo col ministero della Sanità e, conseguentemente, col comitato tecnico scientifico per vedere se anche sui treni a lunga percorrenza si può aumentare il riempimento”.

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