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B&B a Venezia e Mestre, raffica di controlli e multe: c’è chi affitta anche l’ufficio

La Guardia di Finanza ha setacciato B&B e locazioni turistiche tra Venezia e Mestre e in 37 su 45 casi sono state riscontrate irregolarità riguardanti l’esercizio abusivo delle attività, l’impiego di personale in nero, la mancata certificazione dei corrispettivi incassati. I finanzieri hanno accertato, tra il 2017 e quest’anno, ricavi non dichiarati per oltre 1,5 milioni di euro, altri 290.000 di Iva e 10.000 euro di imposta di soggiorno non versata.
A cura di Susanna Picone
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Decine di irregolarità sono state riscontrate in B&B e altre strutture in Veneto, tra Venezia e Mestre. A scoprirle un apposito team della Guardia di Finanza di Venezia, che da mesi collabora con il Corpo della Polizia Municipale del capoluogo, e che sta passando al setaccio il settore delle ricettività extralberghiera a Venezia, appunto per scovare gli abusivi e contrastare l'evasione e il sommerso. Nei primi mesi di quest’anno i finanzieri del primo e del secondo Nucleo Operativo Metropolitano di Venezia, in collaborazione con analoga squadra specializzata della Polizia Municipale, hanno eseguito 45 controlli a B&B e affittanze turistiche del centro storico lagunare e di Mestre. Sono state riscontrate irregolarità in 37 casi. Irregolarità riguardanti l'esercizio abusivo delle attività, l'impiego di personale in nero o irregolare e la mancata certificazione dei corrispettivi incassati. Ammontano a più di 120.000 euro le sanzioni amministrative comminate ai responsabili. Inoltre, per 22 gestori è scattata la denuncia per non aver ottemperato agli obblighi di comunicazione delle presenze imposti dall'Autorità di Pubblica Sicurezza. Oltre ai rilievi amministrativi, la GdF sviluppa sistematicamente i profili fiscali connessi alle situazioni di abusivismo individuate. In questo ambito, tra il 2017 e quest’anno in corso, le verifiche eseguite dai finanzieri di Venezia ad attività ricettive non in regola con la normativa fiscale hanno fatto emergere ricavi non dichiarati per oltre 1,5 milioni di euro, Iva evasa per altri 290.000 euro e imposta di soggiorno dovuta per più di 10.000 euro. Tra i gestori verbalizzati ci sono cittadini italiani e di origine straniera, in specie coreana, cinese e bengalese.

Strutture abusive e lavoratori in nero: le irregolarità riscontrate – In molti casi le attività ispettive hanno preso spunto dall’analisi dei dati presenti sul web, sui portali specializzati. Si sono rivelate importanti anche le segnalazioni dei cittadini raccolte dall’apposito portale “GeoIDS” allestito dal Comune di Venezia. Una struttura in sestiere Dorsoduro, gestita da un coreano e dichiarata quale B&B, era in realtà un ostello abusivo dove, a fronte dei 9 posti letto dichiarati, ne erano stati allestiti 28. In un altro caso, nel sestiere Cannaregio, un italiano è stato scoperto a gestire 4 distinti appartamenti adibiti a locazione turistica, per i quali non era stata inoltrata alcuna denuncia alle autorità. Uno di questi risultava addirittura accatastato come ufficio. Sempre nella stessa zona i finanzieri hanno intercettato una comitiva di 6 turisti asiatici che stava andando via dalla struttura che avevano prenotato e hanno constatato che al gruppo non era stato rilasciato alcun documento fiscale a fronte del pagamento di 560 euro per dormire. Inoltre, la struttura era carente dei requisiti igienici minimi e le pareti interne erano state abbattute abusivamente in modo tale da trasformare le 5 camere presenti in 3 camere molto più grandi, aumentando così il numero di posti letto per ogni locale e abbassando i costi di gestione della struttura. A Dorsoduro in un B&B c’erano 3 lavoratori di nazionalità coreana impiegati in nero in mansioni di receptionist e assistenza per il servizio di colazione. A Mestre è stato effettuato un controllo a un B&B gestito da un cittadino cinese che continuava a operare nonostante avesse già ricevuto apposita diffida a esercitare l’attività. E ancora, nella zona di Marghera è stato intercettato un cinese che ha affittato a un connazionale un locale di sua proprietà per circa 800 euro mensili, senza ottemperare ai relativi obblighi di dichiarazione, così sottraendo a tassazione affitti incassati per circa 35.000 euro.

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