Francesca Pascale, ex compagna di Berlusconi, alla Leopolda di Renzi: «Matteo è l'unico erede di Silvio ». Renzi al Pd: «Non usciremo dalle giunte»

diGiorgio Bernardini e Luca Gasperoni

«C’è un passaggio di voti da Forza Italia a Italia viva. Parte della classe dirigente che fu di Forza Italia  oggi si riconosce nel leader di Iv. Silvio lo considerava un genio della politica». L'affondo di Renzi contro il Pd: non è più lo stesso partito, poi chiede le dimissioni di Ursula Von der Leyen

«Silvio considerava Matteo un genio: oggi lui è l’unico leader a portare avanti il progetto di Berlusconi». Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi, arriva alla stazione Leopolda di Firenze - dove è in corso l’ultima giornata dei lavori della kermesse di Italia Viva – investendo il leader di Iv: «Sono qui perché sono una donna libera, perché sono una curiosa, perché non rappresento nessun partito e perché nessun partito mi rappresenta. Sono stata invitata qui da Matteo Renzi – ha spiegato Pascale - e questo mi ha riempito il cuore di gioia. Sono qui con grande curiosità ma anche con grande simpatia e affetto».

Alle domande dei cronisti su Renzi e l’eredità politica di Berlusconi, Pascale ha replicato: «Se sarà lui il suo erede lo dirà il tempo, ma credo che Matteo Renzi sia l’unico leader in campo e l’unico a portare avanti quel progetto fatto partire da Silvio Berlusconi. Di Renzi mi convince la tenacia, la forza, la passione politica e quella verve che difficilmente si incontra nei leader politici. Oggi la riconosco solo in lui». Ma niente tessera di Italia Viva, almeno per ora, per lei: «Quello che ho detto non significa che io sia qui per aderire al progetto politico di Renzi, ma sono qui con molta curiosità e mi piacerebbe molto ricominciare a credere nella politica. Spero che Matteo Renzi sia il canale giusto».

L’analisi di Pascale sui moderati

«C’è un passaggio di voti da Forza Italia a Italia viva. Parte della classe dirigente che fu di Forza Italia - sostiene Pascale - oggi si riconosce nel leader di Iv. In Campania, Lazio e Molise molti dirigenti prevedono questo passaggio nelle loro carriere politiche, probabilmente perché anche loro, come me, credono che Matteo Renzi sia quel partito riformista-liberale che manca in questo Paese». 

Infine il rapporto fra i due ex premier, visto da Pascale: «Matteo Renzi, non è un segreto, lo dicono tanti articoli dei giornali, è stato uno dei personaggi politici che Silvio Berlusconi ha amato di più, lo ha sempre considerato un genio della politica, e per questo ha condiviso con lui molto temi importanti, fra cui i diritti civili. Questo credo che sia un monito per me per crederci». E quando sale sul palco l’ex politico spagnolo Alejandro Agag, che cita Berlusconi, Pascale seduta in prima fila si commuove.

Poi la palla passa al leader di Italia Viva, Matteo Renzi, per il discorso conclusivo della dodicesima edizione della Leopolda. Un’occasione per mettere in chiaro le cose, soprattutto a Firenze, dove la candidata Stefania Saccardi è pronta alla corsa solitaria per le elezioni ma una parte dei dem vorrebbe le sue dimissioni come vicepresidente regionale. «Nel Pd si sono arrabbiati per le parole sui senzatetto, bene allora se vi interessa stanziate risorse a sostegno degli ultimi. Si dovrebbero chiamare partito delle poltrone e non democratico. E se pensate di minacciarci, che ci buttate fuori dalle Giunte, siete fuori di testa». 

Solo un assaggio prima di attaccare con ancora maggiore forza. «Così come la destra non è destra ma è un’altra roba, anche il Pd non è più il Pd perché non fa le primarie in città e triplica i soldi delle multe. Se lo fate per la sicurezza allora destinate le risorse su questo, non sul bilancio generale. E poi si mettono 55 milioni di euro per il restyling dello stadio, è uno scandalo farlo con i soldi pubblici. Voi di sinistra? Non siete neanche mancini». 

Parole di rispetto invece per la segretaria dem, Elly Schlein. «E’ stata l’unica – sottolinea il leader Iv - a mandarmi un messaggino per farmi gli auguri per la Leopolda. Lei è sempre stata coerentemente da un’altra parte, mi colpisce invece chi, da qui, ha avuto tanto e ora se ne dimentica. Ho una simpatia naturale per Schlein ma critico la classe dirigente Pd perché si è condannata a perdere per i prossimi 10 anni con le sue idee». 

Poi tra un omaggio ad Alessandro Baricco, varie stoccate, nel discorso, durato un’ora abbondante, Renzi volge lo sguardo alle Europee. Obiettivo raggiungere il 5% e disponibilità a fare un passo indietro per la formazione di una lista unitaria dei riformisti. «Ursula Von Der Leyen non deve essere riconfermata alla guida della Commissione europea. Proporrò di votare contro Ursula chiedendo alla futura maggioranza europea di individuare una leader e non una follower dell’ideologie», sottolinea Renzi prima di mettere nel mirino Forza Italia che l’ha votata. «Tajani ha snaturato il partito, la visione europeista di Berlusconi è diventata da grigi burocrati come Tajani e Von Der Leyen». 

Chiusura con un omaggio ai partecipanti della kermesse che durante i tre giorni ha ospitato migliaia di persone. «Uso le parole del premio Nobel per la Letteratura, Peter Handke, ‘felice chi ha i propri luoghi della durata senza prospettive di ritorno nel suo mondo, anche se venisse portato lontano non sarà più un esule’. Chi torna qua lo fa perché chiama questo posto casa e vede la politica come una passione non passeggera, crede nei progetti di lungo respiro». Ecco, chiarisce, «luoghi come la Leopolda insegnano che la politica non è effimera, non è una passione momentanea, la storia Ig magari fa tante visualizzazioni e arriva ovunque ma poi scompare. Ecco la Leopolda invece resta».

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10 marzo 2024 ( modifica il 10 marzo 2024 | 17:36)