Roma, Archimede De Rossi

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Roma, Archimede De Rossi© AS Roma via Getty Images
Ivan Zazzaroni
4 min

Conta solo il risultato finale, non cambio idea. Contano i tre punti - soprattutto quando la Lazio perde e il Napoli e la Fiorentina pareggiano - se si vuole continuare a pensare con un minimo di fiducia alla Superchampions, all’eventuale quinto posto utile.

Conta vincere. Il resto - le 25 conclusioni del Frosinone, 7 nello specchio - è preoccupante, ma dimenticabile. Allo Stirpe “Archimede” De Rossi lo sperimentatore ha vinto e ha vinto largo dopo un primo tempo rivedibile, mostrandoci tante cose, altre Roma: Svilar al posto di Rui Patricio, ad esempio, e devo dire che il giovanotto è stato abbastanza convincente; poi Huijsen e non Llorente al fianco di Mancini: il ragazzo ha alternato qualche sbavatura difensiva, figlia dell’irruenza del diciottenne, alla prepotenza del gol del vantaggio scacciaguai. Huijsen è stato l’ultimo regalo di Mourinho: a gennaio lo convinse a preferire la Roma al Frosinone che l’aveva già bloccato. Il centrale di proprietà della Juve ha le palle quadrate, talmente quadrate da permettersi di provocare il pubblico dello Stirpe: ecco, in futuro freni certi impeti, son stupidaggini da evitare.

Bene ha fatto De Rossi a toglierlo all’intervallo. Per inciso, Mou prese Huijsen all’ultimo pur sapendo che Friedkin l’avrebbe prima o poi cacciato. Never forget. Proseguo con le novità/idee di DDR. Abbiamo anche visto Baldanzi battere i territori di Dybala: altro ragazzo di qualità e personalità, deve dimostrare di meritare una squadra di livello europeo. La stoffa - sinistro raffinato - non gli manca. Non ho finito. Anzi, lui non ha finito: Lukaku è stato affiancato da Azmoun, che per movimenti e visione non è Belotti. Nella ripresa Big Rom è stato risparmiato e Azmoun si è ritrovato punta unica e in gol.

Infine si è rivisto Chris Smalling, ex protagonista di Lost. Adesso De Rossi ha finalmente la possibilità di scegliere: 6 esterni difensivi (Karsdorp, Kristensen e Celik a destra, i tre del lato debolissimo; Angeliño, Spinazzola e, all’occorrenza, Zalewski, un po’ meglio ma non proprio il massimo), 5 centrali: Mancini, Smalling, Llorente, N’Dicka e Huijsen; anche a centrocampo le soluzioni non mancano, così come in attacco. E a marzo potrebbe tornare Abraham. Eureka!

Zirkzee è un marziano

Il gol di Zirkzee l’ho descritto al telefono a Roberto Baggio dopo avergli fatto gli auguri per il compleanno. Cinquantasette anni, da venti a casa felice. Non stava vedendo la partita. «Robi, quel passaggio cieco al compagno che si stava inserendo lo avresti potuto fare solo tu. Un giocatore normale avrebbe servito il pallone sulla destra. Lui no, Zirkzee ha visto cose che solo voi marziani.... E poi è andato a chiudere la triangolazione con un destro secco». «Questo è forte», ha risposto il Divino «è mezzo metro più alto di me e ha piedi da fantasista». Auguri, indimenticabile.


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