Inter, Pavard a Milano: oggi visite e firma

Ieri il via libera del Bayern poco prima della scadenza dell’ultimatum, nonostante Tuchel non avesse ancora un sostituto. Alle 20 l’arrivo a Linate
Pietro Guadagno
5 min

MILANO - L’ultimatum è servito. Pavard, infatti, ieri sera, è finalmente sbarcato a Milano. Peraltro, senza che il Bayern abbia trovato il suo sostituto. Vero è che ci sono ancora 3 giorni per riuscirci, ma Tuchel, nonostante i tanti discorsi degli ultimi giorni, potrebbe ritrovarsi senza nulla in mano. Insomma, visto che ieri era anche il suo compleanno - 50 anni, cifra tonda -, non ha ricevuto il migliore dei regali. Magari si tratta solo di aspettare, ma la verità è che, alla fine, hanno prevalso gli accordi presi tra i club.

Inter-Pavard, ultimo chilometro

Già perché, in quel lunedì della scorsa settimana, quando Inter e Bayern si erano virtualmente stretti la mano - 30 milioni di euro più 3 di bonus il costo dell’operazione -, si era anche parlato della necessità di coprire in qualche modo l’uscita del francese. Ma non è mai stato una condizione vincolante. E, infatti, il club nerazzurro, mentre trascorrevano i giorni e Pavard restava a Monaco, nei contatti con i dirigenti tedeschi ha costantemente ribadito il concetto, ricevendo, infatti, sempre rassicurazioni: di qui l’ottimismo sempre manifestato. Ad un certo punto, però, davanti al rischio di arrivare sin troppo a ridosso della conclusione del mercato, quelle rassicurazioni non sono più bastate. Così, lunedì, Marotta ha chiamato il “collega” Dreesen, avvisando che era arrivato il momento del dentro fuori. Sono state concesse soltanto alcune ore (fino alle 15 di ieri), trascorse le quali, senza il via libera per Pavard, l’Inter avrebbe abbandonato l’operazione, cambiando obiettivo. Come premesso, la forzatura è servita. Davanti alla prospettiva di perdere comunque il francese tra un anno senza incassare nemmeno un euro, tenuto conto del contratto in scadenza nel 2024, infatti, il Bayern ha dato la luce verde già all’ora di pranzo.

Accontentato il giocatore

Pavard, dopo aver fatto di tutto per farsi lasciar andare, non aspettava altro e, a metà pomeriggio, si è imbarcato su un volo privato con direzione Milano. Ci ha messo più del previsto, a causa di un ritardo, ma, dopo una storia pubblicata dall’aereo con l’eloquente messaggio «Benji l’interista», attorno alle 20 è atterrato a Linate. Ha salutato i tifosi presenti con la mano sul cuore, pronunciando il suo primo «Forza Inter» e si è diretto in albergo. Stamattina sosterrà le visite mediche e poi, nel primo pomeriggio, sarà in sede per mettere la firma sul quinquennale da 5 milioni di euro concordato da tempo. Nei programmi, farà pure in tempo a sostenere un primo allenamento alla Pinetina, evidentemente in solitario. Per la prima seduta agli ordini di Inzaghi e assieme ai nuovi compagni (conosce già Sommer e Thuram), quindi, dovrà attendere domani. Da verificare le sue condizioni, dopo gli allenamenti saltati la scorsa settimana, tra influenza e dolori alla schiena. Se non ci saranno sorprese, però, dovrebbe già essere in panchina domenica per il match con la Fiorentina. Pavard trova un’Inter lanciata, reduce da due vittorie nelle prime due giornate di campionato. Per il successo sul Cagliari, il francese ha lasciato il suo “mi piace” sotto al post dell’Inter su Instagram. E’ stato l’ultimo da giocatore del Bayern… A Milano, peraltro, ma sull’altra sponda del Naviglio, trova anche i compagni di nazionale Maignan, Theo Hernandez e Giroud. E già il 16 settembre se li avrà di fronte per il suo primo derby con il Milan.

Calciomercato, c'è un'eventualità

Con Pavard si è chiuso il mercato dell’Inter? Sulla carta sì, ma è il caso di lasciare aperto uno spiraglio per un altro centrocampista. Evidentemente, deve spuntare un’occasione (più dall’estero che dall’Italia) e, in ogni caso, dovrebbe comunque essere trovata una sistemazione a Sensi, che ha il contratto in scadenza nel 2024. Ad ogni modo, davanti alla necessità di avere un centrocampista strutturato, non è da escludere che venga trattenuto Agoume.


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