Pirateria: la Guardia di finanza sequestra 500 siti web e 40 canali Telegram per guardare il calcio

di Giulia Cimpanelli

Siti e canali promettevano abbonamenti a prezzi irrisori per guardare tutte le pay tv

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La Guardia di Finanza ha sequestrato 500 siti web illegali e 40 canali Telegram che offrivano in un solo abbonamento a prezzi bassissimi qualsiasi canale Tv e Pay Tv per vedere tutte le partite di calcio. In previsione dell’ultima giornata di serie A e della finale di Conference League il fenomeno illegale, già da tempo diffuso, ha avuto una forte impennata come rilevato dall’operazione a contrasto del fenomeno della pirateria audiovisiva del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Gdf. Come di consueto, le forze si sono concentrate sull’Iptv, Internet protocol television, ovvero la diffusione (in questo caso non autorizzata) di contenuti televisivi attraverso Internet.

L’«Applicazione ufficiale» illegale

L’abbonamento unico, chiamato «Applicazione ufficiale» prometteva, con un costo irrisorio, di guardare le pay tv in simultanea da qualunque dispositivo e offrivano una prova gratuita di un’ora, assicurando la garanzia di anonimato. Il nucleo speciale della Guardia di finanza dichiara di aver «implementato un vero e proprio sistema di tracciamento che ha consentito di individuare i fruitori dei flussi pirata. Chiunque ha provato a collegarsi ai servizi pirata è stato immediatamente reindirizzato su un apposito pannello informativo che avvertiva che il sito tramite il quale si stava visionando il programma era sottoposto a sequestro e i dati di connessione tracciati». In questo modo le forze dell’ordine hanno appurato «l’esistenza di un nuovo sistema di gestione dei flussi informatici, denominato Stream Creed, che risulterebbe derivare dal codice sorgente della già nota Xtream Code, piattaforma pirata mondiale smantellata dal medesimo nucleo speciale nel 2019».

Il commento di Dazn

«Si tratta di un fenomeno che colpisce tutto il mondo dei player Ott, non solo Dazn. Con il diversificarsi delle piattaforme e dei canali, cambiano anche le modalità degli atti di pirateria», dichiara Stefano Azzi, ceo di Dazn Italia, che aggiunge: «La divisione antipirateria di Dazn e i suoi partner stanno già lavorando per fermare migliaia di istanze attraverso operazioni di contrasto, ingiunzioni e una continua innovazione volta a proteggere gli abbonati. Riteniamo che sia necessaria una maggiore educazione, soprattutto relativa ai rischi a cui vanno incontro i consumatori che commettono atti illeciti di pirateria, perché possa aumentare in loro la consapevolezza del danno per loro stessi, ossia impoverimento dei contenuti, e dei serissimi rischi legali in cui potrebbero incorrere. Fondamentale è promuovere una cultura antipirateria e sostenere azioni condotte insieme agli organi competenti e al governo».

28 maggio 2022 (modifica il 30 maggio 2022 | 09:58)