11 gennaio 2019 - 09:38

Google sotto accusa per le molestie sessuali: «Ha coperto i responsabili»

Uno degli azionisti ha denunciato il consiglio di amministrazione di Alphabet, la holding del gruppo di Mountain View. Nel mirino non solo la copertura ma anche le buonuscite milionarie. Come quella destinata ad Andy Rubin, il creatore di Android

di Redazione Tecnologia

Google sotto accusa per le molestie sessuali: «Ha coperto i responsabili»
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Il consiglio di amministrazione di Alphabet, la holding a capo di Google, è stato denunciato dagli avvocati che rappresentano uno degli azionisti di Big G, James Martin. L’accusa portata avanti non è da poco: l’azienda avrebbe coperto le cattive condotte sessuali di alcuni suoi top manager, come sostenuto da un’inchiesta del New York Times dello scorso ottobre. Secondo l’articolo per esempio il creatore del sistema operativo Android, Andy Rubin, aveva ricevuto da Google 90 milioni di dollari dopo essersene andato nel 2014 per presunte molestie sessuali. Una buonuscita per andarsene in fretta e senza troppo rumore.

A seguire il Ceo di Google, Sundar Pichai, disse che l’azienda «è serissima» nella gestione di accuse di molestie sessuali e cattivi comportamenti. In un memo interno ottenuto dal Washington Post, Pichai spiegò che negli ultimi due anni 48 persone sono state licenziate per quei motivi e del totale, 13 erano top manager. «Nessuno di loro ha ricevuto una buonuscita», ha spiegato il Ceo, senza però fare riferimento al caso di Rubin. Le rivelazioni spinsero oltre 20 mila dipendenti di Google a scioperare in tutto il mondo in segno di protesta.

Depositata nella contea di San Mateo in California, l’azione legale cita violazione dei doveri fiduciari, abuso di controllo, arricchimento ingiusto e spreco di asset aziendali. I legali sostengono che la denuncia è il risultato di una «inchiesta ampia e inedita su prove non pubbliche» e di copie ottenute dei verbali delle riunioni del cda di Google. Nel ricorso si sostiene che i fondatori del motore di ricerca, Larry Page e Sergey Brin, insieme a tutto il resto del board, abbiano partecipano «ad uno schema andato avanti per anni per coprire molestie sessuali e discriminazioni ad Alphabet». Quella di Martin è la prima causa contro Google per il caso di Rubin. Accusa la società di non aver fatto il suo dovere comprendo l’accaduto. «Brin, Page e il resto del board di Alphabet non hanno solo evitato di rendere note le molestie sessuali di Rubin e il fatto di averle trovate credibili, ma hanno organizzato per Rubin un party di addio da eroe pagandolo 90 milioni», si legge nel ricorso. «Con questa deprecabile condotta, Alphabet ha violato il dovere fiduciario di buona fede e lealtà e ha violato le policy della compagnia che impongono di agire in modo efficace ed etico».

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