L’Inter vince contro l’Empoli con i gol di Dimarco e Sanchez: Inzaghi a +14 sul Milan

di Paolo Tomaselli

L’Inter vola con i gol di Dimarco e Sanchez, battuto un Empoli comunque sempre in partita. Lo scudetto della seconda stella è sempre più vicino

L’Inter vince contro l’Empoli con i gol di Dimarco e Sanchez: Inzaghi a +14 sul Milan

Riparte l’Inter dei record e si accorcia il conto alla rovescia verso lo scudetto della seconda stella. Dopo il ko di Madrid , il pareggio col Napoli e una sosta sembrata lunghissima per il caso Acerbi-Jesus, la squadra di Inzaghi segna per la trentesima partita su 30 (e non subisce gol in 19 gare come nell’88-89), ritrova i tre punti con l’Empoli e con 8 partite da giocare mantiene 14 punti di vantaggio sul Milan. Per ora non si scappa, il primo match ball scudetto è previsto lunedì 22 nel derby in casa rossonera: le sfide interiste con Udinese e Cagliari e quelle milaniste con Lecce e Sassuolo impattano con la serratissima lotta salvezza, ma lasciano ipotizzare che tutto potrebbe rimanere così nelle prossime due settimane.


Come dimostra un’altra squadra sul filo della zona rossa come l’Empoli di Nicola, ieri in partita fin quasi all’ultimo, sarà comunque meglio non dare nulla per scontato, almeno per quel che riguarda l’Inter: l’effetto-rimbalzo della sconfitta ai rigori in Champions, unita ai lunghi viaggi per le Nazionali, riconsegna a Inzaghi un portiere ancora acciaccato alla caviglia (c’è Audero al posto di Sommer) e una coppia di attaccanti che più degli altri compagni sembra sentire la stanchezza di mesi vissuti alla grande e non approfitta di una partita vivace in fase offensiva, anche se non elettrica come nei giorni migliori. Così Lautaro, alla quarta partita di fila senza segnare, esce perplesso dopo la mezzora della ripresa, godendosi da spettatore il raddoppio di Sanchez, facile da due passi su assist di Dumfries. Mentre Thuram dà sempre bene la profondità, ma in area fa soprattutto da stopper a un tiro promettente di Pavard, che gli sbatte sulla schiena.

L’Inter però ha una difesa capace ancora una volta di sostituirsi ai suoi bomber (c’è anche un palo abbastanza clamoroso di Bastoni nel primo tempo), grazie anche all’apporto di chi come Barella viaggia ancora ad alte velocità col pilota automatico. Dimarco, già decisivo all’andata con un tiro immaginifico e autore del gol dell’illusione a Madrid, fa centro con un sinistro secco di controbalzo: prima del quinto gol del suo campionato c’è un fuorigioco non segnalato di Thuram, ma Bereszynski rimette in gioco la palla, dando il via a un’altra azione, per cui il Var non può intervenire.

Del resto anche la difesa di Acerbi è andata a buon fine e il centrale, regolarmente al suo posto, incassa alle 20.12 il primo coro della curva Nord fra quelli dedicati ai singoli giocatori (il solito «Acerbi spaccali tutti») . Subito dopo tocca all’a.d. Marotta fare il punto di due settimane vissute pericolosamente e nelle quali il silenzio della società nerazzurra non è passato inosservato: «Noi siamo stati zitti volutamente — spiega Marotta — e facendo una sintesi dico che è una pagina amara per il nostro calcio, da qualunque punto di vista la si analizzi. Noi abbiamo chiesto al giocatore di fare il resoconto di quanto successo in campo e lui ha detto la sua verità oggettiva. Noi non avevamo dubbi e non avevamo riscontri sull’episodio, quindi lo abbiamo affiancato all’avvocato Capellini nell’udienza alla Procura Federale e il giudice ha optato per l’assoluzione».

Un esito che ha fatto molto discutere: «Siamo favorevoli ad ogni iniziativa di salvaguardia contro ogni discriminazione, condanniamo ogni forma di razzismo e siamo al fianco di Juan Jesus. Però la sentenza va rispettata. E poi siamo di fronte ad un ragazzo serio come Acerbi, che ha avuto problemi gravi di salute e non può scherzare su queste cose. È un uomo con la U maiuscola e saprà venire fuori da questa situazione».


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1 aprile 2024 (modifica il 1 aprile 2024 | 23:08)