Hanno vinto a modo loro. Spalle al muro, vicino ad un incubo, il Manchester City si è ribellato. Ha reagito di rabbia, passione, coraggio. Ha ribaltato l’Aston Villa e rovinato i sogni di gloria del Liverpool. Alza le braccia Pep Guardiola, indica i tifosi: il suo City batte 3-2 l’Aston Villa ed è campione di Inghilterra per la quarta volta negli ultimi cinque anni, l’ottava in totale.

Un titolo, l’ennesimo per Pep, nono da quando nel 2016 è arrivato in Inghilterra, che sembrava sfumato. Il City, a +1 alla vigilia dell’ultima giornata, va sotto (gol di testa di Matty Cash) in un primo tempo soffocato di ansia. In modo confuso prova a risalire la corrente, con un orecchio alla partita del Liverpool, sull’1-1 con il Wolverhampton. Ma quando l’ex Reds Coutinho al 69’ mette dentro il 2-0 per la squadra di Birmingham, anche i più ottimisti iniziano a tremare.

A 20 dalla fine il Manchester City perde 2-0 la partita che vale il titolo. In quel momento, il più difficile, monta l’onda azzurra. Bastano cinque minuti. Dal 76’ all’81’ arrivano tre reti, una dopo l’altra: apre e chiude Gundodan, nel mezzo il pareggio di Rodri. Festa grande, non contano più le notizie che arrivano da Liverpool, i gol di Salah e Robertson inutili. Il City vince la Premier League al termine di un duello esaltante, Guardiola contro Klopp. Appuntamento al prossimo anno.

Gli altri verdetti: il Tottenham di Conte batte 5-0 il Norwich e si assicura l’ultimo posto buono per la Champions League (dove va anche il Chelsea). In Europa League vanno Arsenal e Manchester United (k.o. indolore con il Crystal Palace), in Conference League il West Ham. Si salva invece il Leeds, che vince 2-1 sul campo del Brentford. A retrocedere, oltre a Watford e Norwich, è il Burnley.