5 novembre 2019 - 14:56

Morto Mario Cotelli, fu il c.t. della «Valanga Azzurra» di sci

Commissario tecnico della Nazionale degli anni ‘70, portò al trionfo nomi come Gustavo Thoeni e Piero Gros

di Daniele Dallera

Morto Mario Cotelli, fu il c.t. della «Valanga Azzurra» di sci
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È morto a 76 anni Mario Cotelli, ex commissario tecnico della nazionale di sci negli anni ‘70. Fu lui il creatore della mitica «Valanga Azzurra» che portò al trionfo Gustavo Thoeni, Piero Gros ed Herbert Planck. E’ stato fino ad oggi collaboratore del Corriere della Sera. L’ex commissario tecnico della nazionale maschile di sci azzurra era in dialisi già da qualche anno per insufficienza renale. Nelle rare uscite che aveva fatto nelle ultime stagioni, è sempre stato il solito Cotelli: memoria inattaccabile, combattente e difensore delle sue teorie. Nessuna remora nell’esprimere le sue opinioni che spesso hanno acceso il fuoco delle discussioni. Quest’estate aveva scelto di passare un lungo periodo a Pantelleria proseguendo il suo percorso di cure. Si è aggravato proprio nell’ultimissimo periodo.

Sapeva cosa significa vincere e come vincere. Sapeva guidare una squadra. Era libero docente in leadership. Quando parlava lui, con quel vocione e quella autorevolezza innata, quasi cromosomica, tutti, davvero tutti, lo ascoltavano, in silenzio. Ecco chi era Mario Cotelli, uomo di montagna, innamorato della sua Valtellina, ma anche fine uomo di comunicazione.

Come spiegava bene sul Corriere della Sera e in televisione, lo ricordiamo a Sky, discese e slalom, vittorie e sconfitte. Nei suoi giudizi tecnici non risparmiava nessuno, proprio per questo si è creato anche dei nemici. Fa niente, avrebbero capito, ne era convinto. Prima di tutto, per lui, arrivava la verità, era incapace di compiacere. Chiaro, non solo nel racconto tecnico, ovvio che ne sapesse di più degli altri, ma anche l’aspetto psicologico del vincitore e, nel caso malaugurato, dello sconfitto. Orgoglioso delle sue vittorie, ma non geloso, di quella Valanga azzurra, una squadra irripetibile, Gustavo Thoeni e Pierino Gros, solo per citare i due più forti, ma quel gruppo contemplava anche Erwin Stricker, Fausto Radici, Tino Pietrogiovanna, Herbert Plank e altri ancora, affezionato a tutti i suoi ragazzi.

Hanno vinto grazie a lui, insieme a lui, seguendo consigli, lezioni, a volte questi provvidenziali insegnamenti avvenivano a tavola la sera prima della gara, quando il gruppo si cementa in modo più spontaneo raccontava Cotelli, e i suoi atleti, i suoi campioni gli davano retta. Guai a non farlo, il direttore tecnico sapeva diventare lui una “valanga”, anche nei comportamenti, nelle sgridate. Ma non ce n’era quasi mai bisogno, perché Cotelli sapeva come e quando intervenire. La «Valanga azzurra» nasce a Berchtesgaden, luogo entrato nella storia per essere il rifugio di Hitler, quando il mondo dello sci internazionale si inchina a una squadra, la celebra, per una fantastica prestazione che va oltre la vittoria: cinque uomini col tricolore nel cuore, Gros, Thoeni, Stricker, Schmalz, Pietrogiovanna si piazzano nei primi cinque posti di un gigante governato dalle intuizioni tecniche e psicologiche di un grande leader: Mario Cotelli.

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