7 dicembre 2020 - 16:54

Prima della Scala 2020, la diretta dell’evento “A riveder le stelle”

La Prima della Scala in diretta con i commenti del nostro critico

di Enrico Girardi

Prima della Scala 2020, la diretta dell'evento 'A riveder le stelle'
shadow

Va “in scena” oggi su Rai1 dalle 17 il Sant’Ambrogio più inedito della storia della Scala. Con «A riveder le stelle: un’ampia carrellata di brani ripercorreranno la storia dell’opera, non solo italiana, per la registrazione dei quali sono stati coinvolti ben 24 tra i massimi interpreti della scena lirica internazionale,da Placido Domingo a Lisette Oropesa. Le loro performance sono dirette da Riccardo Chailly a capo dell’orchestra di casa. Mentre la regia è di Davide Livermore. Corriere.it seguirà lo spettacolo minuto per minuto, con i commenti argomentati del nostro critico, Enrico Girardi.

19.49 Il finale di Guglielmo Tell è gioia, felicità, speranza, bellezza! VOGLIAMO TORNARE A TEATRO!!!!!!!

19.48 Al massimo operista italiano (secondo il modesto parere) l’onore del pezzo di chiusura. Qui la musica è divina. Ho già le lacrime agli occhi. Grazie Rossini, grazie splendido Gioachino!!!

19.43 “Nessun dorma” avrebbe dovuto cantarla Jonas Kaufmann, ma ha dato forfait. Forse si poteva rinunciare anche al brano, ormai inascoltabile. Peraltro Beczala non l’ha veramente cantato da padreterno.

19.39 Puccini. Madama Butterfly. “Un bel dì vedremo”. A dire la verità, Marina Rebeka non è mai un modello di perfezione e raramente provoca emozioni profonde. Ma ha classe da vendere.

19.35 Ahi ahi, Roberto Alagna fatica tanto. La sua stella non è cadente ma non è più così luminosa...

19.25 Placido Domingo!!! Come poteva mancare il re? Come non volergli bene? Solo a tratti, si riascolta la voce che ricordiamo. Ma il carisma è intatto.

19.19 A proposito di personalità: nel “Credo” di Jago dall’Otello verdiano Carlos Alvarez dimostra ancora una volta di averne. Eccome. La voce è tanta ma l’interpretazione è sottile, affilata!

19.09 Che figo, Bolle, che gnocco! Così mi scrivono un po’ di amiche su whatsapp. Prendo atto e mi limito a riferire. Certo che se c’è un corpo che cattura l’attenzione, quello è il suo. Che invidia...

19.04 Ma che bravo, che bravo, che bravo Benjamin Bernheim. L’aria di Werther dall’opera di Massenet è elegante e sentita allo stesso tempo. Dimostra che si può esprimere tanto senza bisogno di strapparsi il cuore, come facevano i cantanti veristici di una volta

18.51 I detrattori (pochi, in verità) dicono che Francesco Meli canta tutto allo stesso modo. A me non sembra. E comunque il suo “Ma se m’è forza perderti” è tecnicamente esemplare!

18.44 Il baritono rumeno Georg Petean canta “Eri tu” dal Ballo in maschera. La voce c’è, lo stile anche. La personalità?

18.38 Ricordo Enzo Dara che tanti anni fa mi diceva di tener d’occhio la sua concittadina Eleonora Buratto. E in effetti è sempre più bravo, il soprano mantovano, anche se qui mi sembra tradire un po’ d’emozione.

18.34 Molto rispetto per gli attori. Ma continuo a pensare che in questo spettacolo se ne poteva fare a meno.

18.32 Piotr Beczala è un bravissimo tenore e lo conferma nella “Fleur” della Carmen. Chissà perché però, ha sempre quell’aria di uno capitato lì per caso. Attenzione all’intonazione, non sempre ineccepibile in tutti i passaggi.

18.27 Confesso di non amare così tanto la celeberrima Habanera di Bizet. Ma Marianne Crebassa, ben sostenuta da un tempo spigliato, forse mi farà ricredere. Che brava è: ma perché non farle fare uno dei suoi bellissimi Mozart?

18.24 Arriva Carmen, olééééééééééé!!!! Esiste altra musica capace di dire così tanto in così poche battute??? Evviva evviva evviva! E che bene l’orchestra!

18.22 La voce di Aleksandra Kurzak è la quintessenza del lirismo. Perfetta dunque per la parte di Liù. Abolire quei portamenti, però, che sanno di un’epoca tramontata. Puccini/Chailly: solo applausi!

18.17 Perdonate il critico musicale se si astiene dal commentare il balletto, che non è il suo pane? Può dire però che questa musica di Cajkovskij è talmente bella da bastare a se stessa! Musica stupefacente!!!!!

18.12 E’ meno spavaldo e straripante di una volta ma è pur sempre Juan Diego Flórez, la voce più naturalmente elegante del nostro tempo. Nella sua interpretazione la “furtiva lagrima” aggiunge una punta elegiaca al tratto malinconico che occorre.

18.05 Quel guardo il cavaliere” dal Don Pasquale, con le scene di quell’indovinato Don Pasquale di Livermore. Rosa Feola si conferma soprano capace di leggiadria e di quella punta di malizia che nelle opere buffe non guasta mai.

17.59 Difficile concentrare tutto in un paio di minuti. Così a freddo, Kristine Opolais non offre il suo meglio, ma ha tutte le attenuanti possibili. Quando suona Puccini, Chailly invece è un fenomeno!

17.56 Lisette Oropesa... Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire Applaudire

17.53 Lisette Oropesa fa capire a tutti che peccato sia non assistere, come avremmo potuto, alla “Lucia di Lammermoor”! Il suo “Regnava nel silenzio” fa venire la pelle d’oca, lo confesso: una prova che va oltre la pur necessaria esattezza delle colorature!

17.41 Si dice sempre che Elina Garanca ha una splendida voce ma un temperamento un po’ freddo. Ma “O don fatale” lo affronta con una forza espressiva meravigliosa, trascinante. Molto convincente anche il mordente dell’orchestra.

17.36 Ludovic Tézier è il baritono del momento. Negli ultimi tempi ha offerto interpretazioni straordinarie ovunque. Ma in “Per me giunto” la sua prova è intensa da artista, di razza, ma non perfettamente a fuoco. Anche qui manca una tacca di metronomo.

17.29 “Ella giammai mi amò” è uno dei passi più struggenti della storia dell’opera. Ildar Abdrazakov lo affronta con eleganza ma sembra sentire il “peso” del brano. Non l’aggredisce! Una tacca di metronomo appena più veloce non guasterebbe.

17.21 Sezione Rigoletto. Dopo il bel preludio di Chailly, ecco il vocione di Luca Salsi e lo squillo di Vittorio Grigolo, mentre le “piume al vento” di Livermore sembrano una forma di teatro che ironizza su se stesso. Mi hanno fatto sorridere.

17.09 Spero tanto che i “cappelli” di testo, affidati agli attori, rivelino prima o poi il loro perché.

17.04 Che emozione riascoltare la voce di Mirella Freni. Davvero indimenticabile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT