Cos’è il virus Marburg che ha ucciso due persone in Ghana: dichiarato il primo focolaio

di Cristina Marrone

Ecco i sintomi e come si trasmette. La febbre emorragica altamente infettiva e spesso letale, simile all’Ebola, ha colpito per la prima volta l’Africa occidentale. Non esiste terapia

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Il Ghana ha confermato i suoi primi due casi del virus Marburg, febbre emorragica altamente infettiva molto spesso mortale simile all’Ebola (entrambe appartengono alla famiglia Filoviridae). I due pazienti, un giovane di 26 anni e un uomo di 51 anni che non avevano avuto contatti tra loro sono morti a meno di 24 ore dal loro ingresso in ospedale nella regione meridionale degli Ashanti. I loro campioni sono risultati positivi all’inizio di luglio e dopo la conferma dell’Institut Pasteur di Dakar, in Senegal la notizia è stata resa nota dall’Organizzazione mondiale della Sanità. «Senza un’azione immediata e decisiva Marburg può facilmente sfuggire di mano» dice Matshidiso Moeti, direttore dell’Oms Africa che ha già inviato nella zona una squadra investigativa, mentre il Ghana ha rafforzato la sorveglianza mettendo in quarantena 98 persone che avevano avuto contatto con le due vittime.

I sintomi

Il virus di Marburg è una malattia molto grave, spesso fatale.L’esordio è improvviso con sintomi e segni non specifici come febbre alta (39-40 °C), grave cefalea, brividi, malessere e dolori muscolari. A distanza di tre giorni possono comparire crampi e dolori addominali, nausea, vomito e diarrea che può durare anche per una settimana. Dal quinto al settimo giorno possono apparire un rash maculopapulare e il quadro clinico può aggravarsi con la comparsa di manifestazioni della febbre emorragica quali petecchie, emorragie mucosali e gastrointestinali.

Nessun trattamento

I tassi di mortalità vanno dal 24% all’88% a seconda del ceppo virale e della qualità della gestione della malattia. Non esiste ancora un trattamento per Marburg e la terapia di supporto consiste nell’assumere molti liquidi per via orale o endovenosa per migliorare le possibilità di sopravvivenza di un paziente.

Come viene trasmesso il virus

Il virus viene trasmesso alle persone dai pipistrelli della frutta. La trasmissione interumana avviene tramite il contatto diretto (ad esempio attraverso la pelle lesa o le mucose degli occhi, del naso o della bocca) con sangue o altri fluidi corporei (urina, saliva, feci, vomito, sperma) di un soggetto infetto o tramite contatto indiretto con superfici o oggetti contaminati come vestiti, lenzuola o attrezzature mediche. Il rischio di trasmissione è più elevato durante le ultime fasi della malattia, in presenza di vomito, diarrea o emorragie. Il rischio di trasmissione durante il periodo di incubazione è trascurabile

I precedenti

Questa è la seconda volta che Marburg viene identificato nell’Africa occidentale. C’è stato un caso confermato in Guinea l’anno scorso , ma l’epidemia è stata dichiarata chiusa a settembre, cinque settimane dopo l’identificazione del caso. Altri focolai e casi sporadici sono stati segnalati in Angola, Repubblica Democratica del Congo, Kenya, Sud Africa, Uganda e Guinea.Tra il 1998 ed il 2000 vi fu un’epidemia nella Repubblica Democratica del Congo con 154 persone malate (morirono in 128). La maggior parte dei contagiati lavorava in una miniera d’oro. Nel 2005 il virus uccise più di 200 persone in Angola in quella che è stata definita l’epidemia più letale mai registrata. La maggior parte dei focolai di malattia da virus Marburg è associata alla frequentazione umana di ambienti popolati da pipistrelli come caverne e miniere, tuttavia i primi focolai di Marburg in assoluto sono stati descritti nel 1967 in Germania (il virus prende il nome dalla città tedesca di Marburgo) e a Belgrado, quando si verificarono 37 infezioni e morirono sette persone dipendenti di un laboratorio dove erano arrivate cellule infette di scimmie ugandesi.

18 luglio 2022 (modifica il 18 luglio 2022 | 18:06)