L’ex sindaco del sisma, e il Capitano Ultimo neo acquisti di De Luca: «Saremo un milione»

di Virginia Piccolillo

Il leader di Sud chiama Nord lancia il Fronte della Libertà

L’ex sindaco del sisma, e il Capitano Ultimo neo acquisti di De Luca: «Saremo un milione»

Debutto pirotecnico per Cateno De Luca e la sua lista «Libertà». Neanche il tempo di presentarla ieri, alla Camera, con i suoi volti noti - dall’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, al duo Castelli, l’ex ministra M5S Laura e l’ex Guardasigilli leghista Roberto, fino a Sergio De Caprio alias capitano Ultimo - ed è scattata la querela di Matteo Renzi, irritato dalle parole «gravemente diffamatorie» di De Luca sul capitano che arrestò Riina. «Ultimo è un simbolo per noi che siamo contro la mafia e i mafiosi a differenza di Renzi che sta facendo di tutto per chiudere l’accordo con Totò Cuffaro», aveva detto il leader del Movimento Nord chiama Sud. E Renzi ha dato mandato ai suoi legali.

«Quereli pure. Ma dica se l’accordo non esiste o invece c’è, come ci dicono gli uomini di Cuffaro», contro-replica al Corriere il sindaco di Taormina. Lui chiama Renzi «il mercante», perché, dice, «ha “acquistato” politicamente la nostra senatrice Dafne Musolino, passata a Iv». E’ solo l’assaggio. Cateno De Luca intende scandire l’attesa per le europee di giugno con sorprese rumorose e di rottura. Sabato a Milano il primo lancio della «profezia che si compie: Sud chiama e Nord risponde». L’unione di intenti di un sud «stanco di piangersi addosso» e di un Nord che ha visto «la deriva dei principi della Lega». Lo slogan sarà «“Roma ladrona” che i leghisti di Matteo Verdini non possono più dire». Giovedì altre formazioni in arrivo. E il 6 aprile avvio della campagna elettorale del «fronte della libertà». Tra i capolista, Ultimo, che candiderà alcuni collaboratori di giustizia grazie ai quali sono stati arrestati mafiosi.

Ma anche Pirozzi, l’ex capofila dei sindaci del terremoto ora leader della formazione “i Civici in Movimento”, «deluso da Meloni che ha annacquato i valori da patriota». E pronto a rilanciare la battaglia sulla ricostruzione dei borghi distrutti: «Lo Stato deve tornare controllore sulla ricostruzione privata del centro Italia per non permettere l’infiltrazione della malavita». Al nord l’ex leghista veneto, Vito Comencini («Sicilia chiama e terre della Serenissima rispondono») e l’ex ministro Castelli con il suo Partito Popolare del Nord. Poi c’è un blocco sovranista con il movimento Italexit e il Rassemblement Valdotain.

Cosa hanno in comune? De Luca risponde, netto: «Meno Europa, più sovranità, più autonomia». Ma non quella del ddl Calderoli: «E’ una finta: lascia lo Stato com’è. Invece non deve più esistere uno Stato centrale. Ciascuno sfrutti le sue risorse». E la solidarietà? «Perché, esiste? Non mi pare. Comunque al sud abbiamo l’80% di produzione del petrolio e gas se non redistribuiamo le accise poi vediamo».

Forte il risentimento contro l’Ue sull’agricoltura: «Non capiamo perché debba imporci la carne sintetica, le sementi chimiche e il dumping di altri Paesi». Lo dicono anche Meloni e Salvini. «Salvini è politicamente un imbroglione perché ha firmato la Pac, in Sicilia diciamo è un “prega dio e futti o prossimo”. E Meloni è diventata lo scendiletto di Von der Leyen. Faremo una spedizione dei Mille al contrario: partiremo il 5 maggio dalla Sicilia per arrivare al Nord e saremo un Milione alle europee».

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21 marzo 2024 (modifica il 21 marzo 2024 | 21:30)