Beppe Grillo: «Il Papa va in tv perché la Chiesa è in crisi, si rivedano i Patti Lateranensi»

di Redazione Politica

Il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle prende spunto dalla partecipazione del Santo Padre da Fabio Fazio per rilanciare il progetto dell’Altrove

Beppe Grillo: «Il Papa va in tv perché la Chiesa è in crisi, si rivedano i Patti Lateranensi»

«Rivedere il Patti Lateranensi» e «porsi delle domande sul perché Dio fa il giocherellone con noi». Beppe Grillo torna in video, sul suo blog, prendendo spunto dalla partecipazione di Papa Francesco stasera al programma di Fabio Fazio Che tempo che fa (che aveva ospitato l’ex comico a novembre). «La Chiesa è in crisi è diventata classe media e soffre di contatti — dice il fondatore e garante del Movimento 5 Stelle —. In Europa il cattolicesimo è sul 22%, in Sud America al 65%- 70%; il cattolicesimo è nel Secondo e Terzo mondo ed è in crisi perché si affida a questi media, a questi medium, di informazione miserabili, non all’altezza».

I Patti Lateranensi

Grillo parla poi degli accordi sottoscritti tra il Regno d’Italia e la Santa Sede nel 1929, i Patti Lateranensi che regolano ancora oggi i rapporti tra Stato e Chiesa: «Poi c’è da rivedere i Patti Lateranensi fatti dall’Uomo della Provvidenza e da Pio IX (era Pio XI, ndr). Siamo sempre su idee vecchie, bisogna rivederle. La Chiesa, riceve dallo Stato 4 miliardi perché deve mantenere 2 milioni e mezzo di dipendenti e un amministratore delegato e prende 1,1 miliardi di 8 per mille a insaputa degli italiani. Quindi un po’ di modifiche, bisognerebbe dirlo al Papa, se ci fosse un giornalista in grado di farlo, perché questo è un Papa che ragiona, che sta sul pezzo, anche perché oggi non crediamo più a niente e rischiamo di credere a tutto».

Il ritorno dell’Altrove

«Ho letto un libro di Sant’Agostino — prosegue Grillo nel video — che sembra scritto oggi, sull’utilità del credere. Abbiamo sostituito Dio, che c’è sempre stato, e il nostro pensiero non è debole, è assolutamente immobilizzato. Non sappiamo chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo, quindi un po’ di domande bisogna farsele. Dei neuroteologi hanno fotografato il cervello di un uomo mentre prega e hanno visto che il lobo frontale era pieno di neuroni attivati e gli scienziati concludevano che l’uomo è geneticamente predisposto per la preghiera. Ma allora significa che qualcuno ci ha infilato dentro questa possibilità. Dio dove è? È apparso qualche tempo fa, ha detto alcune parole ed è scomparso. Siamo più vecchi noi di Dio. Dove è Dio? Che fa? Gioca con noi perché si è accorto che ha fatto qualcosa che non va? L’Universo ha 15 miliardi di anni e Dio pochi millenni, quindi siamo più vecchi noi e in base alle conoscenze dobbiamo porci delle domande». «Ecco perché — conclude rispolverando il suo progetto — ho fatto l’Altrove: l’Altrove è una specie di religione filosofica per fare delle domande. In base alla scienza dove collochiamo Dio? Ci sono miliardi di pianeti, possibile che non ci sia un’altra intelligenza proprio perché non si mostra a noi? Dove lo collochi Dio? Senza non ci sarebbe la musica, l’arte, le cattedrali, Leonardo Da Vinci, non ci sarebbe nulla. Adesso c’è un algoritmo: ci può bastare? L’Altrove è porsi delle domande sul perché Dio fa il giocherellone con noi».

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14 gennaio 2024 (modifica il 14 gennaio 2024 | 18:07)