Ius scholae, la legge oggi alla Camera

di Alessandra Arachi

Il testo in discussione prevede il diritto di cittadinanza per minori immigrati con cinque anni di studi scolastici, che non abbiano compiuto 18 anni (quasi un milione in Italia). La reazione di Lega e FdI: «È uno ius soli mascherato»

desc img

Si chiama ius scholae ed è il diritto di cittadinanza per i minori stranieri residenti in Italia, quasi un milione secondo l’ultimo censimento. È una modifica alla legge sulla cittadinanza, la 91 del 5 febbraio 1992, e prevede il rilascio della cittadinanza in base alla frequenza di un ciclo di studi. Il testo in discussione è un documento unificato scritto dal presidente della commissione Affari costituzionali Giuseppe Brescia (M5S) ed è sostanzialmente formato da un solo articolo. La legge ha creato non poche discussioni in commissione, spaccando la maggioranza. Decisamente contraria, infatti, la Lega che con Fratelli d’Italia fa muro, mentre Forza Italia appare dialogante sebbene la capogruppo in commissione Annagrazia Calabria abbia votato contro. A favore Pd, M5s, Italia viva e Leu.

Cinque anni di studio

Per poter ottenere la cittadinanza il minore deve aver fatto ingresso in Italia entro il dodicesimo anno di età. Fondamentale, ovviamente, il ruolo della scuola: il minore deve aver frequentato almeno cinque anni di scuola. E rispetto al primo testo base c’è una novità: se i cinque anni di scuola sono le elementari, il bambino deve averlo concluso con esito positivo, regola che non vale per gli altri corsi di studio. Con una specifica: se il corso di studio è un corso professionale sarà un apposito decreto ministeriale a definire quali corsi sono validi e quali no. La cittadinanza deve essere richiesta dal minore interessato entro il diciottesimo anno di età e con lui anche da parte di uno dei due genitori, o di chi esercita la responsabilità genitoriale .

La cittadinanza oggi

L’ottenimento della cittadinanza per gli stranieri oggi è regolata dalla legge 91 del 1992. E’ una legge che fondata sullo ius sanguinis e prevede una differenza tra maggiorenni e minorenni.

Cittadinanza per minori

Ecco le possibilità di diventare italiani per i figli di genitori stranieri . I nati in Italia da genitori non italiani regolarmente residenti possono diventare italiani se, oltre a essere stati registrati all’anagrafe, hanno anche risieduto in Italia legalmente, ininterrottamente e fino alla maggiore età. In questo caso, dopo aver compiuto 18 anni, devono presentare al Comune di residenza una dichiarazione di voler acquistare la cittadinanza italiana. Questa dichiarazione va presentata entro il compimento dei 19 anni. Per i nati all’estero da genitori non italiani non è attualmente previsto un percorso ad hoc. Possono seguire soltanto i canali di accesso alla cittadinanza disponibili per i loro genitori: quindi, soprattutto, per residenza o per matrimonio con cittadino italiano. Per adozione: diventa italiano il minore straniero che viene adottato da un cittadino italiano.

Cittadinanza per maggiorenni

Ecco le possibilità per gli immigrati maggiorenni di ottenere la cittadinanza italiana. P er discendenza: riguarda i cittadini stranieri che hanno avi italiani emigrati all’estero. Per matrimonio: può acquisire la cittadinanza italiana il coniuge straniero di cittadino italiano quando, dopo il matrimonio, risieda legalmente da almeno 2 anni nel territorio della Repubblica, oppure dopo 3 anni dalla data del matrimonio se residente all’estero. Per residenza in Italia: la cittadinanza italiana può essere concessa con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato, su proposta del Ministro dell’Interno, allo straniero che risiede legalmente da almeno 10 anni nel territorio della Repubblica .

«Ius soli mascherato»

Decisa la reazione negativa del leader del la Lega Matteo Salvini e dei deputati di FdI: «È uno ius soli mascherato». «Nel testo unico Pd-M5S la manifestazione di volontà è dei genitori stranieri e non dei ragazzi, il minore non è neppure ascoltato o considerato ma diventa uno strumento per un lasciapassare alla cittadinanza facile», dicono i deputati di FdI, Emanuele Prisco e Augusta Montaruli.

29 giugno 2022 (modifica il 29 giugno 2022 | 13:03)