Il gelo tra Conte e Grillo. Slitta il varo del nuovo M5S

di Emanuele Buzzi

«Stallo totale», «caos», con tanto di evento-presentazione dello statuto rimandato. Ma si tratta ancora. I rischi per le Amministrative. Casaleggio, addio di Dettori

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Dovevano essere i giorni della svolta in casa 5 Stelle, invece i segnali che arrivano dal Movimento parlano di «stallo totale», di «caos», con tanto di evento-presentazione dello statuto rimandato. Giuseppe Conte e Beppe Grillo non hanno ancora sciolto i nodi relativi alle nuove regole M5S: non solo il confronto in programma tra i due in queste ore sarebbe stato rinviato. «Si naviga a vista, di sicuro slittano le prossime tappe» dice una fonte (la sala per l’evento è stata appunto disdetta) ma ora tra i pentastellati cresce la preoccupazione. «Nessuna ansia, si tratta di una normale interlocuzione», fanno sapere da ambienti contiani. «È ovvio che la condizione imprescindibile perché questo progetto vada in porto è che Beppe Grillo ne sia ancora pienamente convinto», sottolineano le fonti vicine all’ex premier. Che poi lanciano quello che sembra essere un ramoscello d’ulivo verso lo showman: «Non c’è nessun ridimensionamento del ruolo del garante». Intanto si continua a trattare (a mezzo avvocati e tramite mediatori)e a seconda degli interlocutori c’è chi lancia spiragli e c’è chi mostra pessimismo. Ma i tempi per completare l’iter sono stretti. Conte ha già chiarito che dal momento della pubblicazione delle nuove norme serviranno 4-5 giorni per un confronto collettivo più altre due settimane per indire l’assemblea necessaria a ratificare le nuove regole. A questi 19 giorni andrebbero sommati altri due giorni per una eventuale seconda convocazione degli iscritti (alla prima serve una maggioranza qualificata): in totale tre settimane.

Chi darà l’ok alle liste?

Se non ci sarà una pubblicazione delle norme entro il 25 giugno — deadline che al momento non sembra plausibile nemmeno ai più ottimisti — , la nascita del nuovo Movimento rischia di slittare alla seconda metà di luglio con potenziali rischi per le Amministrative. Dai territori, infatti, cresce il pressing nei confronti dei vertici: «A chi dobbiamo chiedere l’utilizzo del simbolo? Quale simbolo? Chi darà l’ok alle liste?». Tutte domande che necessitano di risposte in tempi brevi, perché in molte zone d’Italia i Cinque Stelle hanno fissato una deadline per risolvere le pratiche dei piccoli Comuni al voto entro i primi di agosto. Insomma, se lo statuto verrà reso noto nel giro di pochi giorni, i pentastellati avranno due-tre settimane per completare le pratiche nei piccoli Comuni. Se ci sarà uno slittamento, invece, l’iter per i piccoli centri sarebbe a rischio (o come minimo richiederebbe un supplemento di lavoro ad agosto). I capoluoghi, invece, non sono toccati da questo problema.

L’addio di Dettori

Intanto ieri si è registrato un nuovo addio, stavolta a Rousseau. Pietro Dettori, uno dei tre soci dell’associazione milanese, lascia. Lo spiega in un post su Facebook. «Ho comunicato ufficialmente le mie dimissioni — scrive —. Gli ultimi mesi sono stati difficili e la conclusione delle vicende, tutt’altro che indolore, è nota a tutti. La strada che ho scelto io è diversa. Perché io nel Movimento ci credo ancora. Chi mi conosce sa che con il Movimento ho un rapporto quasi carnale». Una scelta quasi obbligata, quindi, dopo le tensioni degli ultimi mesi. «Nel futuro del Movimento ci credo innanzitutto perché mi fido di Beppe Grillo», continua Dettori. Uno strappo senza veleni nei confronti dell’associazione milanese e di Davide Casaleggio: «Gli sono sempre stato e gli sarò sempre riconoscente. La stima e l’affetto nei suoi confronti sono immutati».

21 giugno 2021 (modifica il 21 giugno 2021 | 21:36)