29 maggio 2020 - 18:04

Mattarella: «Non posso sciogliere il Csm a discrezione»

Il Quirinale sul caso dei giudici intercettati . Salvini e altri politici avevano sollecitato un suo intervento

Mattarella: «Non posso sciogliere il Csm a discrezione»
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«Per quanto superfluo va chiarito che il Presidente della Repubblica si muove - e deve muoversi - nell’ambito dei compiti e secondo le regole previste dalla Costituzione e dalla legge e non può sciogliere il Consiglio Superiore della Magistratura in base a una propria valutazione discrezionale». È quanto ricorda una nota del Quirinale sul Csm e sull'inchiesta che ha coinvolto il giudice Luca Palamara. In riferimento alle vicende inerenti al mondo giudiziario, assunte in questi giorni a tema di contesa politica, «il Presidente della Repubblica ha già espresso a suo tempo, con fermezza, nella sede propria - il Consiglio Superiore della Magistratura - il grave sconcerto e la riprovazione per quanto emerso, non appena è apparsa in tutta la sua evidenza la degenerazione del sistema correntizio e l’inammissibile commistione fra politici e magistrati» si legge nella stessa nota.

Per il Capo dello Stato è necessaria una riforma del Csm ma «se i partiti politici e i gruppi parlamentari sono favorevoli a un Consiglio Superiore della Magistratura formato in base a criteri nuovi e diversi, è necessario che predispongano e approvino in Parlamento una legge che lo preveda: questo compito non è affidato dalla Costituzione al Presidente della Repubblica ma al Governo e al Parlamento». Governo e Gruppi parlamentari hanno annunziato iniziative in tal senso e il Presidente della Repubblica auspica che si approdi in tempi brevi a una nuova normativa. «Risulterebbe, peraltro, improprio un messaggio del Presidente della Repubblica al Parlamento - prosegue la nota - per sollecitare iniziative legislative annunciate come imminenti. Al Presidente della Repubblica competerà valutare la conformità a Costituzione di quanto deliberato al termine dell’iter legislativo, nell’ambito e nei limiti previsti per la promulgazione».

Un intervento del Quirinale sul caso delle intercettazioni tra magistrati che attaccavano Salvini era stato sollecitato dall’ex ministro degli interni e da altri esponenti politici, ma ora la nota di Mattarella taglia corto: «Il Presidente della Repubblica, come ha già fatto in passato, tornerà a esprimersi nelle occasioni e nelle sedi a ciò destinate, rimanendo estraneo a dibattiti tra le forze politiche e senza essere coinvolto in interpretazioni di singoli fatti, oggetto del libero confronto politico e giornalistico». E riguardo alle frasi finite al centro della polemica ,«per quanto gravi e inaccettabili possano essere considerate, sull’intera vicenda sono in corso un procedimento penale e diversi procedimenti disciplinari e qualunque valutazione da parte del Presidente della Repubblica potrebbe essere strumentalmente interpretata come una pressione del Quirinale su chi è chiamato a giudicare in sede penale o in sede disciplinare».

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